Ultim’ora: terza ondata. Draghi vuole anticipare il coprifuoco e inserire altri divieti. I contagi salgono troppo

4 Marzo 2021 - 9:23

Ultim’ora: terza ondata. Draghi vuole anticipare il coprifuoco e inserire altri divieti. I contagi salgono troppo

Un’Italia sempre più arancione, sempre più rossa. È la grande paura del governo e del presidente del Consiglio, davanti a un bollettino che sfonda la soglia dei ventimila contagiati, torna a registrare un alto numero di ricoverati e di morti e vede il tasso di positività al virus salire al 5,8 per cento, con Lombardia, Campania ed Emilia Romagna che da sole contano la metà dei casi.

Come in tutta Europa, anche in Italia la capacità di trasmissione della variante inglese allarma gli scienziati e interroga il governo.

Nella riunione riservata di martedì a Palazzo Chigi, prima della conferenza stampa di Roberto Speranza e Mariastella Gelmini, il premier Mario Draghi, i tecnici e i ministri competenti, al lavoro per studiare il piano con le misure di contenimento, hanno condiviso la preoccupazione che il Paese possa presto tornare al picco di 40 mila casi raggiunto in autunno.

Con la differenza che adesso siamo in piena campagna vaccinale e che la variante inglese colpisce i giovanissimi e i bambini

Linea dura

Che fare allora, quale linea adottare?Il Dpcm appena approvato e che entrerà in vigore sabato, è un baluardo sufficiente per contenere l’urto della nuova ondata? «La crescita del contagio richiede una accelerazione nella risposta, se non vogliamo esserne travolti», ha avvisato il presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. E Guido Bertolaso, consulente della Lombardia per il piano vaccinale, teme che l’Italia intera, Sardegna esclusa, stia andando «a passi lunghi» verso la zona rossa.

Il tema è se il governo sia pronto a introdurre in corsa nuove restrizioni e quali, dopo aver dato ai governatori la possibilità di chiudere le scuole anche nelle zone arancioni e gialle.

Nessuno conferma che nel chiuso dei vertici si sia ragionato di un lockdown generalizzato, ma certo si è riflettuto su quale possa essere la soglia critica per far scattare una stretta ulteriore e quali siano le misure più adatte. Tra le ipotesi sul tavolo c’è il coprifuoco anticipato e ulteriori limitazioni agli spostamenti delle persone.

Sulla base dei dati e della curva epidemiologica Roberto Speranza si è convinto che «purtroppo i numeri peggioreranno ancora». Domani l’Rt nazionale sarà sopra 1 e le ordinanze del ministro della Salute faranno scattare l’arancione in altre regioni e forse anche il rosso se, come è prevedibile, alcuni territori andranno oltre 1,25. 

Il ministro aspetta i dati del monitoraggio che dovrebbero arrivare oggi stesso e, in attesa che venerdì si pronunci la cabina di regia tecnica, non fa previsioni: «Verifichiamo di continuo la congruità delle misure, ma non possiamo fare un Dpcm al giorno. Il modello è automatico e dove il virus corre scattano le misure di contenimento».

Situazione drammatica

Vista la drammaticità del momento, con le terapie intensive che rischiano di andare in sofferenza, la strategia del governo prevede un’azione forte e coordinata nei confronti delle amministrazioni locali.

L’obiettivo è allertare le aziende sanitarie locali, i sindaci e i presidenti di Regione perché vengano individuati il prima possibile nuovi focolai e isolate in rosso le zone ad alto rischio: stop alla mobilità, chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, serrata dei bar, dei ristoranti e dei negozi.

Sacrifici importanti per le persone e per i gestori delle attività, ai quali il governo ha promesso che i ristori arriveranno al più presto, anche se a decidere le chiusure sono stati i governatori o i sindaci.

Molise e Basilicata sono già rosse, mentre sono arancioni Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento e Umbria.

Nuove misure

Le nuove misure scatteranno lunedì, ma già domani Speranza firmerà le ordinanze che possono mandare in rosso diverse regioni. A cominciare da Emilia Romagna, Campania e Abruzzo e forse anche Lombardia e Piemonte. «Le limitazioni da zona arancione, a differenza di quanto avveniva un mese fa, non sono più sufficienti a piegare la curva dei contagi — è la dolorosa presa d’atto di Bonaccini —.

Se rimanessimo fermi, la curva epidemica continuerebbe a crescere incontrastata».

La Lombardia ha visto allargarsi a macchia d’olio le zone arancione scuro, rischia di passare al rosso, eppure il presidente Attilio Fontana è cauto: «Zona rossa? Bisogna aspettare i dati del Cts.

Se dovessimo individuare qualche provincia o comune che presenta una particolare gravità, assumeremo interventi utili». Calabria, Friuli-Venezia Giulia e Veneto rischiano di passare in arancione, Lazio e Puglia sono in bilico. Domani il governo incontrerà i presidenti delle Regioni e la ministra Gelmini conferma che la preoccupazione è alta: «La variante sta picchiano duro sulle scuole».

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