Ultim’ora: sulla scuola è un coro di no contro l’apertura. Insorgono i sindacati “rischiamo i contagi”

20 Aprile 2021 - 10:52

Ultim’ora: sulla scuola è un coro di no contro l’apertura. Insorgono i sindacati “rischiamo i contagi”

L’incontro tra governo, regioni e anche sindaci è fissato per le 17, per limare le ultime decisioni in vista della “riapertura” annunciata da Mario Draghi per il 26 aprile. Il premier l’allarme: non

siamo ancora pronti. “Ci dovrà essere un mix di soluzioni che non dev’essere solo sul trasporto pubblico locale – avverte il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga

– ma anche sull’organizzazione scolastica e sulle altre misure che prevedono una modulazione delle percentuali. Vogliamo trovare soluzioni ma bisogna raccontare la verità e dire fin dove

è possibile arrivare, altrimenti si fanno danni. Meglio dire i limiti con chiarezza e serietà altrimenti non si risolvono i problemi”. Tra le ipotesi sul tavolo, quella di orari scaglionati per

le entrate negli istituti, mantenendo il 50% di presenza sui mezzi rispetto alla capienza. Oppure, per non rischiare di aumentare questa stessa percentuale, chiedere un potenziamento

di mezzi e numero di personale. Anche il presidente dell’Associazione presidi del Lazio Mario Rusconi tuona: “La riapertura delle scuole del prossimo 26 aprile prevista dal

governo con la presenza al 100% degli studenti delle superiori, più che un atto di fiducia verso la ripresa, ci sembra un ulteriore scaricabarile degli amministratori verso i dirigenti scolastici”.

Il ministro Bianchi rassicura tutti: “La volontà del premier Draghi” di riportare tutti i ragazzi in presenza a scuola “vuole essere un segno importante che pone la scuola prima di tutto.

Ed è una indicazione politica, nel senso più alto della parola, che diamo al Paese; i problemi li affronteremo, non siamo ciechi, né distratti, siamo gente che lavora”.

Maria Rosaria Capobianchi, direttrice del Laboratorio di virologia dell’Istituto nazionale malattie infettive ‘Lazzaro Spallanzani’ di Roma, non è convinta che I test salivari

rappresentano una “metodologia valida” per il controllo a campione della diffusione del virus SarsCov2 nelle scuole, ma è chiaro che è fondamentale “testarli sul campo”.

Sottolineando come l’esperienza pilota condotta in alcune scuole del Lazio abbia dato risultati positivi. Questi test rilevano quindi tracce del virus direttamente dalla saliva e, come per i

tamponi, si suddividono in due categorie: test salivari molecolari e test salivari antigenici. I primi rilevano il materiale genetico del virus (ovvero la presenza nel campione dell’RNA del

virus) e si basano su una particolare analisi (Pcr) effettuabile solo in laboratorio. I test salivari antigenici, invece, danno un risultato nel giro di una decina di minuti e vanno a rilevare le proteine di superficie del virus

SarsCov2 presenti nella saliva. In questo caso, però, la precisione del test è più bassa. Per questo, conclude Capobianchi, “si procede comunque alla conferma della positività con un ulteriore esame”.

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