In zona Bovisa a Milano nella sera di domenica 21 marzo, un furgone, all’incrocio tra via Maffucci e via Carnevali, ha investito un rider.
L’uomo, un cittadino straniero di 38 anni, è stato trasportato all’ospedale Niguarda in gravissime condizioni a causa di un trauma cranico. Le forze dell’ordine sono
ora al lavoro per ricostruire quanto accaduto: dalle prime informazioni la vittima era alla guida di uno scooter Piaggio Scarabeo 50 completamente
distrutto dopo l’imbatto con il furgone. Ad avere la peggio è stato il rider mentre la persona alla guida è risultata illesa. Restano critiche le condizioni del rider a
causa del colpo che ha subito: il 38enne infatti sarebbe stato sbalzato dal suo scooter andando a sbattere violentemente contro l’asfalto.
Proprio per il violento scontro il portapacchi è finito ad alcuni metri di distanza. Allertati i soccorsi, sul posto i medici e i paramedici hanno già
giudicato gravi le condizioni dell’uomo. Così è stato trasferito subito in codice rosso all’ospedale Niguarda dove lotta tra la vita e la morte. Ora la polizia locale è
al lavoro per risalire all’esatta ricostruzione dell’accaduto e analizzare eventuali responsabilità: da capire infatti se l’autista del furgone o il rider hanno
ignorato qualche precedenza. Intanto in questi giorni proprio i riders sono al centro di un filone d’inchiesta della Procura di Milano per valutare le loro
condizioni di lavoro. Soprattutto dopo che gli ispettori del lavoro hanno notificato a quattro colossi del settore, Glovo-Foodinho, Just Eat, Uber e
Deliveroo, verbali amministrativi nei quali si indica che le posizioni di oltre 60mila ciclofattorini vanno regolarizzate, da lavoratori autonomi a coordinati
continuativi, con tutte le garanzie dei subordinati. Uomini e donne finora pagati “a consegna” e sprovvisti di molte tutele e diritti. Così si attende un boom di
cause civili davanti al Tribunale del Lavoro da parte di migliaia di rider delle società di food delivery.