Lo sviluppo dell’epidemia è ancora oggi imprevedibile.
Le misure di contenimento, di distanziamento sociale e di isolamento stanno dando (timidi) risultati.
L’ultimo bollettino del Dipartimento della Protezione Civile registra infatti un calo dei contagi e dei decessi. È fondamentale adesso non allentare la presa e continuare a seguire le regole in maniera ligia.
Non è previsto infatti ancora un rientro alla normalità. Il decreto estende il lockdown totale fino al 13 aprile e la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado fino al 15 maggio.
Lucia Azzolina, ministra dell’Istruzione, sta lavorando a varie ipotesi per il rientro a scuola e per lo svolgimento delle prove finali di terza media e di maturità. Tra i possibili scenari previsti per i prossimi mesi compare quello delle lezioni a distanza anche a settembre.
Per ogni tema si cercano due proposte: una nel caso in cui si possa tornare a scuola il 18 maggio e una nel caso di un ritorno a scuola a settembre.
Se il virus dovesse ripresentarsi in autunno, ci sono due possibili scenari. Da una parte l’estensione della didattica a distanza anche all’anno nuovo, dall’altra il rientro in classe con misure di distanziamento sociale.
Entrambi gli scenari presentano delle difficoltà notevoli. La didattica a distanza si scontra con la bassa formazione digitale degli insegnanti, con la mancanza di rapporto umano (fondamentale per la formazione) e con il problema dell’accesso a internet.
Il limite del distanziamento sociale all’interno delle classi stesse risiede invece nelle classi affollate o “classi pollaio“, come le definisce la Ministra, è un problema “atavico della scuola italiana”, che però andrebbe risolto prima del rientro a settembre.
La ministra Azzolina ha detto più volte durante l’intervista che il rientro o meno entro la fine dell’anno scolastico non dipende da lei, ma dall’evoluzione del virus e dal parere dei virologi.
Compito dei politici è operare al massimo della prudenza e della sicurezza della salute di studenti e studentesse. Fonte: Notizie.it.