La crisi del governo Draghi da una parte e l’attesa per le mosse della Bce dall’altra. Il destino ha fatto incrociare due momenti fondamentali per la storia recente e le prospettive di un Paese, l’Italia, che con il suo debito monstre è anche al centro delle preoccupazioni della Banca centrale europea. Nel caso dell’Italia, la crisi di governo si è ormai consumata: il presidente Mattarella ha preso atto delle dimissioni dell’ex banchiere centrale. E proprio alla Banca centrale, oggi, Christine Lagarde avvia uno storico rialzo dei tassi (dopo oltre un decennio) ma deve prevenire la “frammentazione” tra le economie delll’Eurozona, in sostanza mettere in atto uno scudo anti-spread che impedisca ai rendimenti dei singoli Paesi di prendere percorsi troppo divergenti, impedendo così alle sue scelte monetarie di trasmettersi con ordine in tutto il Vecchio continente.
Ieri la Borsa di Milano aveva chiuso da peggiore d’Europa ma senza crollare (-1,6%) anche perché lo strappo del centrodestra di governo si è consumato solo dopo la chiusura dei mercati. Quando però il dado è stato tratto, il rendimento dei Btp decennali ha visto livelli greci. La debolezza di Piazza Affari è proseguita oggi, peggiore tra le Borse europee, mentre il differenziale di rendimento con la Germania è ulteriormente salito.
Milano -2,65% dopo le dimissioni di Draghi
Il Ftse Mib di Milano perde il 2,65% dopo le dimissioni di Draghi nelle mani di Mattarella, che ne ha preso atto. Molto pesanti i titoli della finanza. Poste perde l’8%, Banco Bpm, Unicredit più del 7%, Bper oltre il 6%.