Ultim’ora: Il Governo ammette: Il piano vaccini slitta di due mesi. Dopo i tagli arriva la conferma e il nuovo calendario

24 Gennaio 2021 - 20:41

Ultim’ora: Il Governo ammette: Il piano vaccini slitta di due mesi. Dopo i tagli arriva la conferma e il nuovo calendario

Fino a due mesi di ritardo in Italia rispetto al programma di somministrazioni previsto. Il Piano vaccini arranca, gravato dalla riduzione di dosi dei colossi farmaceutici in tutta Europa, ma l’Ue intende far rispettare, anche con mezzi legali, i contratti firmati dalla Pfizer, che assicura: “dalla prossima settimana le distribuzioni tornano a regime”.

L’effetto domino sulla ‘macchina’ delle inoculazioni pero’ e’ ormai innescato, soprattutto dopo le pesanti riduzioni annunciate anche dall’azienda farmaceutica AstraZeneca.

A dirlo è il Governo

E’ lo stesso viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, ad annunciare “lo slittamento di circa quattro settimane sui tempi previsti per la vaccinazione degli over 80 e di circa 6-8 settimane per il resto della popolazione”.

Sileri spiega che gia’ da subito “le dosi a disposizione saranno utilizzate anzitutto per effettuare il richiamo nei tempi previsti a coloro che hanno gia’ ricevuto la prima somministrazione, cioe’ soprattutto per gli operatori sanitari”. Non basteranno dunque ne’ le 8,7 milioni di dosi Pfizer garantite nel primo trimestre – da domani ne dovrebbero essere consegnate almeno 470 mila – ne’ quelle di AstraZeneca, le cui prime consegne dopo il via libera dell’Ema arriveranno soltanto il 15 febbraio e sono state sottostimate ora a 3,4 milioni di dosi.

Resta infine, per i primi tre mesi, il milione e 300mila di Moderna, che da martedi’ ne consegnera’ circa 60mila. “Tra due settimane, se tutto va bene – ha aggiunto il viceministro alla Salute – avremo un mercato con i tre vaccini: il che significa riprendere con maggior forza, completare la vaccinazione per i medici e gli infermieri e cominciare con gli over 80. Questo tipo di rallentamento coinvolge tutta l’Europa e buona parte del mondo, ma confido che il ritardo possa essere colmato piu’ avanti”.

Anche il ministro Boccia ammette

Anche il ministro per le Autonomie, Francesco Boccia, valuta il conseguente slittamento “di qualche settimana o mese” del raggiungimento dell’immunita’ di gregge, ma assicura che “i richiami saranno fatti e garantiti”, consapevole che il piano va rimodulato “in base ai numeri ridotti”. La Regione Liguria fissa gia’ un obiettivo: “vaccinare tutti gli ultraottantenni e gli over 75 prima dei ponti estivi”.

E per ovviare ai problemi sulla linea produttiva, Sileri lancia la sua idea anche su questo punto: “servirebbe un accordo quadro a livello europeo che consentisse di operare per conto terzi, realizzando una sinergia tra le compagnie oggi operative e altre realta’ attualmente non impegnate nella produzione dei vaccini. Questo potrebbe aumentare in maniera incisiva la velocita’ di produzione”.

Ad oggi sono quasi un milione e quattrocentomila le somministrazioni effettuate in Italia. Di queste, poco meno di centomila hanno riguardato la dose di richiamo, circa il 7% del totale delle inoculazioni. Il rallentamento e i numeri risicati degli arrivi irritano tutti gli Stati dell’Unione, tanto che Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, e’ deciso a “fare rispettare i contratti firmati” dalla Pfizer, se necessario anche ricorrendo a mezzi legali:

“Possiamo utilizzare a questo scopo tutti i mezzi giuridici a nostra disposizione”, spiega. I rappresentanti di AstraZeneca sono stati invece convocati dall’Ue nelle prossime ore affinche’ forniscano un programma chiaro, che consenta di pianificare le consegne e accelerare la distribuzione.

Ritardi sui vaccini

Sul fronte dei ritardi in Italia, Pfizer si difende parlando di “fraintendimento” e ribadisce che “dall’8 al 18 Gennaio sono state inviate le fiale previste dal piano di ordinazione, poi c’e’ stata la riduzione a causa del riadattamento del sito produttivo belga di Puurs. Con la decisione del Governo di somministrare 6 dosi anziche’ 5, Pfizer ha ridotto il numero di fiale, ma non di dosi previste, che resta lo stesso”.

Intanto Ricciardi rivela che…

“Serve un altro lockdown come marzo? ”Sì. Un lockdown vero di tre o quattro settimane poi riprendere a tracciare e testare, solo cosi potremo recuperare una normalità che a noi manca”. Lo ha detto a Radio Popolare il professor Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Speranza. Secondo Ricciardi, ha spiegato, non “basteranno le zone arancioni”. Bastano, ha aggiunto, “per cercare di tenere l’epidemia in una situazione stabile ma non per farla diminuire.

Se insistiamo con questo atteggiamento di dilazione e di esitazione e non siamo pronti a testare e tracciare sarà un lungo stillicidio di mesi sia dal punto di vista sanitario che economico e psicologico. E’ una evidenza scientifica chiara, dispiace che i governi europei non lo capiscano”. Compreso quello italiano? ”Tutti i governi non capiscono una evidenza scientifica”, ha risposto.

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