Draghi quindi è salito al Colle, e la notizia è di primaria grandezza. La voce girava oggi insistente a Montecitorio, dopo che si era saputo della decisione dei deputati 5 stelle di uscire dall’aula al momento del voto finale sul Decreto Aiuti: «Attenti che Draghi vuole andare da Mattarella a consultarsi sulla nuova situazione. E vuole farlo prima che Conte faccia uscire i suoi anche al Senato». E si sa che al Senato il voto finale sul provvedimento coinciderà – per via del diverso regolamento rispetto alla Camera – con il voto di fiducia. Si verificherebbe cioè il fatto inedito di un partito, il più votato alle scorse elezioni, che pur facendo parte della maggioranza non vota la fiducia al governo.
La preoccupazione evidente del premier è che questa scelta del M5s apra la strada a un comportamento via via contagioso per le altre forze, con l’avvicinarsi delle elezioni: si sta in maggioranza, con tanto di ministri al governo, e però quando le leggi non ci piacciono, o non ci conviene votarle per non irritare la nostra base a pochi mesi dal voto, semplicemente usciamo dall’aula. È chiaro che con un andazzo simile il governo andrebbe presto a sbattere, dunque meglio chiarire subito, ha pensato Draghi: o si va avanti seriamente o è meglio chiuderla al più presto.