Dal 26 Marzo alcune regioni, attualmente in zona rossa, potrebbero diventare arancioni in base al proprio indice Rt e la situazione epidemiologica, avendo, così, meno misure restrittive.
Una di queste potrebbe essere il Lazio, come sottolineato dall’assessore regionale alla salute, ospite su Rai Radio1: “La situazione per il Lazio potrebbe cambiare nel giro di qualche giorno. Due settimane sono sufficienti per tornare sotto la soglia d’allerta di 1,25”.
Ricordiamo che i parametri con i quali si stabiliscono i colori delle regioni sono l’indice Rt, la pressione ospedaliera e l’incidenza su 100mila abitanti. L’ultimo aggiornamento della curva epidemiologica è firmato 10 Marzo. Il prossimo avverrà tra due giorni e si saprà se alcune regioni potranno cambiare il proprio colore dal 26 Marzo.
Meno restrizioni che farebbero riaprire, in parte, alcune attività come parrucchieri, centri estetici e negozi. Riapertura che, tuttavia, durerebbe solo una settimana, a causa della decisione del governo di chiudere tutto – ossia zona rossa ovunque – per le festività pasquali.
Questo, attualmente, il dato sulle regioni in zona rossa, risalente allo scorso 10 Marzo:
– Campania: Rt 1,5; incidenza 203.71 per 100mila abitanti
– Emilia-Romagna: Rt 1,43; incidenza 434.26 per 100mila abitanti
– Piemonte: Rt 1,41; incidenza 279,94 per 100mila abitanti
– Friuli-Venezia Giulia: Rt 1,39; incidenza 266,20 per 100mila abitanti
– Lazio: Rt 1,31; incidenza 172,82 per 100mila abitanti
– Lombardia: Rt 1,3; incidenza 306,04 per 100mila abitanti
– Veneto: Rt 1,28; incidenza 194,42 per 100mila abitanti
– Puglia: Rt 1,23; incidenza 206,23 per 100mila abitanti
– Marche: Rt 1,08; incidenza 310,71 per 100mila abitanti
– Molise: Rt 1,07; incidenza 157,73 per 100mila abitanti
– Provincia di Trento: Rt 1,04; incidenza 351,29 per 100mila abitanti
In base ai criteri, poi, stabiliti dal Comitato tecnico scientifico e dall’Istituto superiore di sanità, queste regioni potrebbero tornare in zona arancione, dove, attualmente, ci sono Abruzzo, Toscana, Basilicata, Umbria e la provincia autonoma di Bolzano.
Tuttavia risulta quasi impossibile fare un pronostico sui possibili cambiamenti da qui al prossimo 26 Marzo, tutto dipenderà dalla curva e dai dati che verranno forniti su abitanti e pressione ospedaliera.