Ultim’ora: Coprifuoco abolito entro metà maggio. La promessa di Draghi ai partiti

27 Aprile 2021 - 18:27

Ultim’ora: Coprifuoco abolito entro metà maggio. La promessa di Draghi ai partiti

È slittato alla Camera dei deputati l’esame dell’ordine del giorno presentato da Fratelli d’Italia e riguardante l’abolizione del coprifuoco. Lo ha annunciato il vicepresidente di turno dell’aula, Ettore Rosato. Quest’ultimo ha chiarito che sul testo erano ancora in corso valutazioni da parte del governo e dei gruppi parlamentari. E infatti poco dopo è stato annunciato un accordo all’interno della maggioranza.

I partiti che sostengono Draghi «impegnano il governo a valutare nel mese di maggio, sulla base dell’andamento del quadro epidemiologico oltre che dell’avanzamento della campagna vaccinale, l’aggiornamento delle decisioni prese» con l’ultimo decreto legge Covid sulle aperture, «anche rivedendo i limiti temporali di lavoro e spostamento», ovvero l’orario del coprifuoco.

L’ordine del giorno di Fratelli d’Italia non avrebbe avuto effetti pratici immediati. Il testo infatti, non chiedeva l’abolizione del «tutti a casa» alle 22 ma recitava testualmente: «si impegna il governo a valutare l’opportunità, nei provvedimenti di prossima emanazione, di assicurare che nelle zone gialle i ristoranti possano rimanere aperti fino alle 24».

La questione, dunque, stava diventando squisitamente politica e rischiava di spaccare tanto la maggioranza di governo quanto il centrodestra. Matteo Salvini ha fatto dell’abolizione del coprifuoco un provvedimento-bandiera (e ha costretto i suoi ministri ad astenersi sul decreto riaperture): ma se la Lega si schierasse con Giorgia Meloni marcherebbe una distanza con gli altri partiti che sostengono Draghi.

Ma soprattutto, che si schieri per il sì o per no aprirebbe una frattura nel centrodestra. Forza Italia non sembrava intenzionata infatti a votare l’odg Meloni.

La soluzione è stata trovata riformulando un nuovo ordine del giorno più «morbido» e che prevede la sparizione del coprifuoco in termini meno perentori: come si è visto lasciando la situazione invariata ma prevedendo un «tagliando» a metà maggio.

Gli altri partiti di maggioranza, a cominciare dal Pd, non hanno infatti escluso a priori lo spostamento dell’orario di chiusura per bar e ristoranti; vogliono però che la modifica sia sostenuta da dati medico scientifici sicuri. Un criterio che viene seguito da altri Paesi Ue, alcuni dei quali hanno adottato vincoli più rigidi rispetto all’Italia.

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