Armando Izzo, il noto calciatore napoletano, è stato condannato a cinque anni di reclusione per concorso esterno in associazione camorristica e frode sportiva.
La sentenza è stata emessa in seguito alle indagini condotte dal pm anticamorra Maurizio De Marco, che ha investigato per anni sulla criminalità organizzata.
Nonostante Izzo avesse sempre negato qualsiasi coinvolgimento, le prove raccolte dall’accusa hanno dimostrato il suo ruolo in un caso di calcioscommesse, precisamente nella partita Modena-Avellino del campionato di Serie B, conclusasi con la vittoria degli emiliani per 1-0.
Le accuse di frode sportiva risalgono all’anno 2014, e l’inchiesta è partita nel 2016, portando poi al processo e alla recente condanna.
Durante quegli anni, Izzo giocava nell’Avellino, prima di passare al Genoa e poi al Torino, dove ha anche giocato in Nazionale. Inoltre, la sentenza ha condannato anche il cugino di Izzo, Umberto Accurso, capo del clan della Vinella Grassi di Secondigliano, e Salvatore Russo, ritenuto legato allo stesso clan, entrambi a un anno e mezzo di reclusione.
Nonostante la condanna, Izzo si è recentemente trasferito dal Torino al Monza in prestito con obbligo di riscatto in caso di salvezza.
La squadra di Palladino ha ottenuto la salvezza e dovrà sborsare quasi 45 milioni di euro per gli obblighi di riscatto legati alla permanenza di diversi calciatori, tra cui Izzo.
Nonostante ciò, il difensore campano ha la possibilità di appellarsi alla sentenza e dimostrare la propria innocenza nella vicenda delle calcioscommesse.
In conclusione, la condanna di Armando Izzo ha portato alla luce un caso di frode sportiva e coinvolgimento nella criminalità organizzata nel mondo del calcio.
Questo è un fenomeno purtroppo non nuovo ma sempre più inaccettabile.
Tuttavia, il calciatore ha ancora la possibilità di dimostrare la propria innocenza e la sentenza non deve pregiudicare il suo futuro sportivo.
Fonte: fanpage
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