Vittorio, il padre di Giulia e Alessia Pisano, non porta rancore. Dopo la morte delle sue due figlie alla stazione ferroviaria di Riccione in molti lo stanno accusato di aver abbandonato le due ragazze a questo triste destino. Le sorelle Pisano hanno telefonato al padre poco prima che si consumasse la tragedia per annunciargli un ritorno a casa poi mai avvenuto. In una lettera aperta riportata da Repubblica oggi Vittorio racconta: «Vivo la sofferenza confortato moralmente e spiritualmente dalle tante persone che quotidianamente hanno inondato me e la mia casa di un’umanità e dolcezza che va oltre misura e immaginazione. Vivo la sofferenza per l’immane tragedia che ha colpito la mia famiglia, e la consapevolezza del nuovo inizio che mi attende, nel fervido desiderio di provare a trasformare l’ingiusto evento in bene assoluto».
Proprio per questo, spiega, «non riesco a nutrire rancore, rammarico o amarezza dall’inconsulto vociare continuo e costante che si è scatenato all’indomani della tragedia. Ringrazio tutte le persone che hanno espresso un pensiero per me e la mia famiglia. Tutti indistintamente». Il pensiero va anche a tutti «coloro che hanno espresso giudizi severi verso la mia persona», continua la lettera. «Sono convinto che ognuno di loro possa trarre insegnamento per la vita che verrà. Vorrei che da questa disgrazia, da questa immensa perdita, si possano trarre nuove energie per plasmarla in amore puro. Affinché da questo vuoto, da questa banalizzazione del male, dal cinismo della disperazione, possa nascere e crescere rigoglioso l’amore verso il prossimo; uno spirito nuovo che possa infondere nella comunità speranza e fiducia. Perché le bimbe, le mie bimbe, le nostre bimbe, i nostri angeli, non siano arrivati in cielo invano».