Matteo Salvini torna alla carica inaugurando la campagna elettorale con un comizio a Domodossola, il primo dopo la caduta del governo Draghi.
Il leader della Lega ha saputo subito conquistare gli animi dei suoi sostenitori, presentandosi con un look appariscente: senza barba e col bermuda. Egli afferma: «È una scommessa che avevo fatto con il mio amico Silvio, e ora ne faccio un’altra: tra due mesi andrà al governo uno senza barba e con i pantaloni corti», sottintendendo la sua vittoria, che ha in seguito esplicitato: «Il sondaggio vero per il 25 settembre è questo, e ci scommetto un caffè: vince il centrodestra con la Lega primo partito».
Il capo leghista dà appuntamento ai suoi seguaci a Pontida e ribadisce i temi principali del suo partito. Tra questi si distinguono: il no alla legalizzazione della cannabis (sulla quale sostiene: «La droga è morte e la combatterò sempre); l’opposizione alla «cittadinanza facile», ovvero allo ius soli e allo ius culturae (Salvini ribadisce che la cittadinanza «va meritata»); il dissenso nei confronti dell’utero in affitto (che definisce una «vergogna») e dell’immigrazione clandestina. Circa quest’ultima il leader dichiara: «La prima proposta che la Lega porterà in Consiglio dei ministri sarà un nuovo decreto sicurezza con l’impegno a zero clandestini in giro per il nostro Paese. Stop barconi e subito tornare a casa».
Riguardo un eventuale suo governo, Salvini rilancia i temi delle pensioni e della Flat Tax e promette «una grande, giusta e definitiva pace fiscale tra gli italiani e Equitalia». Inoltre ricorda che il reddito di cittadinanza «va dato solo a chi non può lavorare», e appoggia il «nucleare pulito e sicuro».