DoveComeQuando in tour con lo spettacolo “Cascando” approda domenica 12 marzo alle ore 19 nella sala Teatro del Palazzo Fazio di Capua nell’ambito della quinta edizione del “FaziOpenTheater” Rassegna Nazionale di Teatro – Danza – Arti Performative, diretta da un vulcanico Antonio Iavazzo. Il “Come” è al centro di tutto questo affascinante spettacolo con una magnetica interprete Flavia Germana De Lipsis che riesce a trascinarti in un punto, forse il più profondo dell’animo umano, dove sogno e realtà a volte si incontrano. Questa bellissima attrice teatrale in outfit da pigiama color fuoco, per più di un’ora, riuscirà ad intraprendere un dialogo interiore conteso tra le pieghe intime del sonno (ricordi, paure e battiti del cuore). Un monologo scritto dal drammaturgo e regista Pietro Dattola che con Flavia Germania De Lipsis ha instaurato un lungo sodalizio artistico a partire dal 2005. Tre momenti musicali riavviveranno questa pièce alternandosi per enfatizzare il flusso dei pensieri: Born To Be Alive, The Passenger e Santa Maria. “Cascando!” è un testo complesso, ricolmo di simbolismi e rimandi, di ripetizioni e immagini, di sfumature confuse e poetiche, ma anche di facile immedesimazione, per lo spettatore, con le angosce più profonde dell’uomo, che viene fermato (o tenta di fermarsi) di fronte a se stesso.
NOTE
Le cose finiscono. Anche noi. Eppure nessuno sembra accorgersene. Pochissimi ne parlano. “Tanto tocca a tutti, che ci possiamo fare?”, e poi basta, punto, fine, la chiudono lì, non ne parlano più, come se non li riguardasse. Forse si tengono a distanza di sicurezza: se si guarda troppo a lungo l’abisso, l’abisso ti guarda dentro. Anna, per esempio, ci casca spesso, nell’abisso. Ci casca tanto. Di più. Sempre. Soprattutto la notte. E sono cadute affollate, stupefacenti, imprevedibili, movimentate, scomposte, grottesche: un caleidoscopio di ragionamenti, situazioni, sogni capovolti, un vociare che devia, procrastina, contrasta, asseconda, scherza, un cuore pensante ed un pensiero accorato: se non è possibile evitare la caduta, bisogna almeno provare a restare in equilibrio durante. Se la fine sfinisce, bisogna disinnescare la paura della fine!
La fine è una stella caduta, un respiro mozzato, una nota che ha smesso di vibrare, un grissino e hai ancora fame. La fine è un fatto, è un rimpianto, un rimorso, un rimosso. La fine è di tutto, è di tutti, è sempre, è comunque. E allora cosa c’è di speciale, nella fine? Niente. Davvero. Niente. Soltanto noi.
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