Alla sala del Palazzo Fazio di Capua (CE) va di scena “WHITE SOUND”

5 Dicembre 2022 - 14:02

Alla sala del Palazzo Fazio di Capua (CE) va di scena “WHITE SOUND”
Nell’ambito del progetto del bando “Vivere all’italiana sul palcoscenico 2021” – Promosso dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale) domenica 11 dicembre, con due rappresentazioni alle ore 18:00 e alle ore 19:30, nella suggestiva sala del Palazzo gotico Fazio di Capua va di scena lo spettacolo teatrale “WHITE SOUND” ( Suono bianco), il quarto della rassegna della quinta edizione FaziOpenTheater 2022 – 2023, Teatro – Danza – Arti Performative, direzione artistica Antonio Iavazzo. Un progetto davvero originale e speciale. All’ingresso agli spettatori all’ingresso sarà ridotto e ad ognuno di loro sarà consegnato una cuffia “binaural microphone”, cuffia in grado in grado di riprodurre la tridimensionalità del suono come percepita dall’orecchio umano. In virtù di questa caratteristica ci saranno, eccezionalmente, due rappresentazioni consecutive. Si consiglia prenotazione.

SINOSSI

C’era una volta una bambina di nome Lucia e molto tempo prima, c’era solo un rumore, continuo, avvolgente, essenziale, il suono del ventre materno; un suono bianco, il White Sound. Quello che avvenne, in ordine temporale, è nella memoria di Lucia. Una memoria frammentata, con ricordi lontani, eventi sospesi, disseminati lungo le sue notti e i suoi giorni. Gli anni passano e Lucia dimentica, si perde, smarrisce i luoghi e i volti conosciuti. Grazie alla figlia Lidia, presente con lei in casa, pian piano i frammenti dei ricordi, seguendo un filo sonoro, si ricompongono. E
finalmente si può celebrare la festa della piccola grande Lucia De Rosa. In scena due attrici che giocano a ricomporre una vita straordinaria, sussurrando alle sue orecchie per ricostruire ciò che il tempo ha cancellato. Il microfono in scena, un binaural microphone, è come una testa che ascolta, sensibile come l’orecchio umano. Accoglie i suoni creati intorno a lui, atmosfere e voci, consentendo al pubblico di fare un’ esperienza immersiva, entrando nella memoria di Lucia De Rosa.

NOTE
“Ci sono stanze che vengono utilizzate spesso, dove si entra facilmente, piene di luce. Ecco, queste stanze sono la corteccia celebrale. Ci sono, poi, altre stanze, stanze nascoste, antiche, in cui tutto è conservato con cura. In queste stanze remote si trovano i primi ricordi, quelli d’infanzia e le nostre emozioni.” Il progetto nasce dal desiderio di raccontare due eventi naturali che hanno interessato il nostro vissuto: la perdita di una persona cara e l’arrivo di una nuova vita. La simultaneità di questi due accadimenti non ci è sembrata un caso. A un certo punto infanzia e vecchiaia si
incontrano. Affacciarsi alla vita e lasciarla si ritrovano alla soglia della stessa porta. Un punto senza tempo e senza spazio. Così nasce la nostra storia, la storia di Lucia De Rosa. Per costruire la drammaturgia, abbiamo ascoltato le donne anziane e i bambini che hanno risposto alle nostre domande sui ricordi. Grazie a loro, abbiamo costruito gli episodi di vita raccontati nello spettacolo, arricchendo la nostra ricerca, con l’immaginazione e la fantasia tipiche dell’infanzia. La dimensione del ricordo è completamente affidata alla sensorialità e al lavoro realizzato sui suoni, ricostruiti
come richiamo, evocazione, stimolo, musica, fino a trovare l’origine: il White Sound. Il suono bianco, anche conosciuto come White Noise, è un suono continuo che si usa per far addormentare i neonati. Quando siamo nel ventre di nostra madre, il nostro mondo è suono, ancora prima delle prime luce guardata, ancora prima del primo tocco; la prima percezione è sonora. In essa sono racchiusi tutti i suoni del corpo della madre: il ritmo del cuore, i movimenti delle viscere, il fluire del sangue, il respiro. Partiamo così dal White Sound: lo ascoltiamo e attraversiamo tutta la vita di una donna, sintonizzandoci sulle sue frequenze. In scena utilizziamo un binaural microphone, che riproduce la la tridimensionalità del suono percepito dall’orecchio umano. Il racconto
sonoro, grazie al microfono, diventa materico e apre lo spazio scenico all’immaginazione di ogni singolo spettatore. Desideriamo raccontare l’altro volto della malattia, rintracciando dietro le sue crepe il seme di umanità e di bellezza che disegna nell’ombra il suo sentiero luminoso.

CAST “WHITE SOUND”

TESTO E REGIA
Melissa DI GENOVA – Simona DI MAIO
INTERPRETI
Melissa DI GENOVA – Simona DI MAIO
DISEGNO LUCI
Dimitri TETTA
SCENE
Francesco FELACO
COSTUMI
Gina OLIVA
AMBIENTAZIONI SONORE ED ELEMENTI SCENICI
Simona DI MAIO – Melissa DI GENOVA
ASSISTENTE ALLA REGIA
Giovanni SBARRA
RACCOLTA TESTIMONIANZE
Roberta NIERO
VOCI REGISTRATE
Andrea CAIANIELLO – Antonio DI VAIO – Margherita GIUSTOLISI – Enrico E. VARIAL –
Antonio PICCOLO – Peppe VILLA – Giorgio VITRANI
VOCE REGISTRATA FINALE
Carmela PERILLO

Per informazioni e prenotazioni: 
Antonio Iavazzo – 3389924524 – info@antonioiavazzo.it
Gianni Arciprete – 3343638451 – gianniarciprete@libero.it