Nella conferenza stampa di presentazione del film “Il sol dell’avvenire” un compiaciuto Nanni Moretti ha dichiarato “con questo film personale, chiudo la mia prima giovinezza. “I miei film sono tutti personali e con Vania Santella, Federica Pontremoli e Francesca Marciano si è scritto una storia complicata, che è tante storie insieme, con toni diversi, un film con dentro altri film. Il nocciolo centrale, intorno a cui, ai lati e sotto c’è una storia personale”. Un film malinconico e in costume con Margherita Buy, Silvio Orlando, Barbora Bobulova, Jerzy Stuhr e Mathieu Almaric che rilegge la storia del Pci del 1956 all’epoca dell’invasione sovietica in Ungheria, dalla visuale di un giornalista dell’Unità e segretario della sezione Pci Antonio Gramsci al Quarticciolo (interpretato da Silvio Orlando), trascinato allo strappo storico con l’Urss dalla battagliera moglie Vera (Barbora Bobulova). Accanto a questo centro c’è la storia dello stesso regista Giovanni che sogna un film tutto di canzoni e intano ne prepara un altro su un nuotatore che attraversa tutte le piscine di Roma. Prodotto da Sacher, Fandango e Rai Cinema sarà nelle sale cinematografiche a partire da domani, 20 aprile, per poi concorrere per la Palma d’Oro al 76esimo festival di Cannes. Non è un film propriamente politico in quanto si intreccia con la vita del protagonista (Nanni Moretti), un uomo che dopo 40 anni di matrimonio non riesce più ad avere feeling con la moglie produttrice (Margherita Buy) e di una figlia musicista (Valentina Romani) che scriverà le musiche del suo film e che si innamora di un uomo molto più anziano di lei (Jerzy Stuhr). In ‘Il sol dell’avvenire’ ci sono temi che vengono affrontati come tristezza, nostalgia, politica, divertimento, musical con coreografie, ironia e autoironia. In questo film c’è una forte sentimento di identità dello stesso regista ossia una sorta di omaggio che Nanni Moretti fa al suo cinema e a questo settore sempre più in crisi. A tal riguardo ha affermato: “Ho sempre reagito andando contro quella che era l’onda, ora ci sono le sale in difficoltà e io ho continuato a fare film per gli spettatori dei cinema. Cerco sempre di non preoccuparmi troppo di quello che sta succedendo intorno”. Ma il cinema italiano come sta? “Sta lì è vivo, tanti registi, tanti film, quello che manca è la cura intorno”.
Anche stavolta c’è la passione per le canzoni italiane degli anni ’60 e ’70 che ritorna nella scena finale del film con la parata ai Fori Imperiali, con tutti i protagonisti del film del ’56 che inneggiano alla libertà in Ungheria, con accanto i circensi ungheresi che hanno aiutato, con tanto di elefanti cavalcati da Orlando e Bobulova, in una sorta si musica a squarciagola.
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