Naufragio nel Mediterraneo: 130 morti. “La Libia si è rifiutata di aiutarli”

23 Aprile 2021 - 16:36

Naufragio nel Mediterraneo: 130 morti. “La Libia si è rifiutata di aiutarli”

La piattaforma Alarm Phone ha ricostruito le drammatiche ore che hanno preceduto il naufragio di ieri nel Mediterraneo centrale,

in cui hanno perso la vita 130 persone. La morte di questi migranti si sarebbe potuta evitare, se solo le autorità italiane, maltesi e libiche si fossero mosse per tempo,

ascoltando i numerosi appelli che sono stati lanciati dal call center per i migranti. Una mancata presa di responsabilità che è durata due giorni,

ma senza un vero sistema coordinamento ogni Stato ha potuto semplicemente delegare tutto il lavoro alle ong e alle navi mercantili di passaggio,

che hanno cercato di fare il possibile per arrivare in tempo, nonostante le condizioni meteo proibitive, con onde alte anche 6 metri.

La cosa più drammatica, però, stando alla ricostruzione, è la presa di posizione dei libici che, deliberatamente, si sono

rifiutati di aiutare gli immigrati. Alarm Phone ha mantenuto i contatti con questa imbarcazione in difficoltà per un periodo di dieci ore il 21 aprile e ha

“ripetutamente trasmesso la sua posizione Gps e la terribile situazione a bordo alle autorità europee e libiche e alla pubblica opinione. L’unica azione intrapresa è stato il sorvolo da parte di un aereo di sorveglianza di Frontex, sette ore dopo il primo allarme, che ha individuato l’imbarcazione e ha informato tutte le autorità e le navi mercantili in zona sulla situazione critica di pericolo”.

“Oltre a noi c’erano tre navi auto-organizzate impegnate nella missione di ricerca, nessun ente statale ci ha aiutato. Ci aiutavamo solo con il binocolo, non riuscivamo a utilizzare il radar perché i gommoni sono troppo bassi e si confondono con le onde”,

ha testimoniato al telefono Alessandro Porro, uno dei tanti soccorritori a bordo della Ocean Vikings, la nave di Sos Mediterranee, che oggi si è spostata al largo di Misurata per continuare il suo pattugliamento. Dall’alba di ieri la nave umanitaria, insieme alle navi mercantili My Rose, Alk e Vs Lisbeth,

ha effettuato le ricerche in mare praticamente a occhio nudo. Nel pomeriggio si è poi imbattuta nei resti del naufragio e diversi corpi senza vita, senza alcuna traccia di superstiti.

“Siamo rimasti in zona finché abbiamo potuto. Abbiamo letteralmente navigato in mezzo ai cadaveri”.

Purtroppo la nave umanitaria pur avendo ricevuto le coordinate della barca in distress non ha potuto fare nulla per salvare le 130 persone. Ocean Viking era stata contattata una prima volta martedì notte, e aveva cercato di raggiungere una barca di legno in difficoltà con 40 migranti a bordo, senza successo.

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