Due 18enni suicidi col nitrito di sodio: oscurato un sito che dava istruzioni. “Cioccolata e antiemetico”

7 Giugno 2021 - 16:51

Due 18enni suicidi col nitrito di sodio: oscurato un sito che dava istruzioni. “Cioccolata e antiemetico”

Un sito internet con una community che aveva oltre 17mila iscritti in tutto il mondo, tra cui anche ragazzi italiani, «tutti legati

dall’interesse nel trovare supporto per portare a compimento l’intenzione di suicidarsi». Il sito si chiamava Sanctioned

Suicide ed è stato oscurato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma: su di essi alcuni soggetti fornivano

indicazioni su come trovare la morte mediante ingestione di salnitro, una sostanza tossica.

Le indagini sono state avviate a seguito dei decessi di due ragazzi di 18 anni verificatisi l’anno scorso proprio dopo aver ingerito un

preparato a base di nitrito di sodio. «Mangia un cioccolatino e prendi un medicinale antivomito», le frasi trovate nelle chat dei

due ragazzi romani, entrambi 18enni, che si sono tolti la vita tra il febbraio del 2020 e il dicembre scorso. Le frasi erano indicazioni

per non espellere la sostanza tossica e portare così a compimento l’intento suicida.

La community era accessibile in chiaro e forniva «istruzioni» su come assumere salnitro di sodio, una sostanza tossica che si

trova comunemente in commercio ed è utilizzato per la conservazione degli alimenti. In base a quanto accertato dal pm Giulia

Guccione, titolare del fascicolo, gli aspiranti sucidi ottenevano informazioni via chat

anche sui medicinali da assumere per evitare che il corpo espellesse la sostanza velenosa.

Dalle chat è emerso che ai giovani veniva consigliato di mangiare un cioccolatino e un medicinale antivomito dopo avere ingerito il

veleno. I due giovani romani si sono tolti la vita mentre si trovavano, così come consigliato online, in stanze di albergo. Oltre

ai due casi finiti all’attenzione dei magistrati capitolini, ci sarebbe anche un terzo episodio

avvenuto nei mesi scorsi a Palermo. Nel caso di una vittima sono stati i familiari a scoprire la chat sul cloud del cellulare.

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