Dopo che in Italia è stato registrato
il primo caso di vaiolo delle scimmie in un uomo proveniente dalle Isole Canarie e ricoverato all’Istituto Spallanzani, l’Istituto superiore di Sanità (Iss) «ha messo in allerta le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse al fine di monitorare la situazione nazionale».
«L’ISS ha costituito una task force composta da esperti del settore ed ha contattato le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse al fine di monitorare continuamente la situazione nazionale».
Ha fatto sapere in una nota l’Iss che raccomanda prudenza nei rapporti stretti o sessuali.
«Attualmente la situazione è sotto controllo ,e in questo momento in Italia non abbiamo una situazione di allerta in relazione ai casi segnalati di vaiolo delle scimmie.
Raccomandiamo però prudenza nei contatti stretti o sessuali che presuppongano uno scambio di fluidi corporei, soprattutto se sono presenti lesioni cutanee o sintomi febbrili».
Afferma all’ANSA Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss.
Anche l’Istituto superiore di sanità (Iss) ha attivato una task force per seguire al meglio l’evoluzione della situazione.
Nella nota l’Iss sottolinea che «si tratta di un’infezione causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo, ma che largamente si differenzia dal vaiolo stesso per la minore diffusività e gravità.
È diffuso in particolare tra primati e piccoli roditori, prevalentemente in Africa.
L’infezione si trasmette dall’animale all’uomo attraverso la saliva ed altri fluidi dell’animale o il contatto diretto con l’animale».
«Nell’uomo (ricoverato allo Spallanzani, ndr), prosegue la nota, si presenta
con febbre, dolori muscolari, cefalea, linfonodi gonfi, stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole, piccole croste.
Si può trasmettere da uomo a uomo attraverso droplets, contatto con fluidi corporei o con le lesioni cutanee.
È possibile che le persone che non sono state vaccinate contro il vaiolo (vaccinazione abolita in Italia nel 1981) siano a maggior rischio di infezione con il monkeypox per l’assenza di anticorpi che, per la similitudine del virus del vaiolo con il monkeypox, possono essere efficaci a contrastare anche questa virosi».
«L’infezione , prosegue l’Iss,
è relativamente infrequente nell’uomo
e comunque fuori dall’Africa, ma sono stati riportati casi sporadici ed anche un’epidemia in USA nel 2003, in seguito all’importazione dall’Africa di animali non adeguatamente controllati sotto il profilo sanitario.
La malattia si risolve spontaneamente
in 1-2 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche; possono venir somministrati degli antivirali quando necessario».
«Attualmente, sono stati segnalati alcuni casi in Portogallo, Spagna, UK e Italia, finora maggiormente in giovani MSM (maschi che fanno sesso con maschi).
L’ECDC ha attivato un sistema di allerta a livello europeo al quale partecipa l’ISS».
«Le raccomandazioni prevedono di restare a casa a riposo qualora insorga la febbre e di rivolgersi al medico di fiducia in caso di comparsa di vescicole o altre manifestazioni cutanee.
Come prevenzione, è importante evitare il contatto con persone con febbre e valutare con attenzione, prima di ogni contatto personale stretto o contatto sessuale.
La presenza di eventuali manifestazioni cutanee inusuali, (quali vescicole o altre lesioni) sulla cute del partner.
Questo comportamento , conclude l’Iss,
è utile a prevenire non solo il monkeypox ma anche altre infezioni sessualmente trasmesse».