In queste settimane, il Sole si sta dimostrando particolarmente irrequieto.
A causa di un’attività magnetica
molto intensa , dovuta al fatto
che la stella si sta indirizzando verso il cosiddetto “massimo solare”,
del suo ciclo di 11 anni.
Questa fase ,è caratterizzata
dalla formazione massiva di macchie solari, violente espulsioni di massa coronale (CME) ,e potenti brillamenti che lanciano bolle di plasma ,
particelle cariche elettricamente,
nello spazio.
Talvolta questo flusso imponente di protoni ed elettroni, che prende
il nome di vento solare.
Si dirige verso la Terra producendo effetti di varia intensità.
Il fenomeno più conosciuto e spettacolare è indubbiamente quello delle aurore polari.
In cui le particelle cariche elettricamente ,colpiscono il campo magnetico terrestre e seguono le sue linee fino ai poli, dove vengono ionizzate e danno vita ,
ai meravigliosi giochi di luce.
Ma se il flusso di plasma è particolarmente potente, possono verificarsi conseguenze anche molto spiacevoli sulla Terra.
Come una tempesta geomagnetica di livello estremo.
Lo sanno bene i telegrafisti
a lavoro tra l’1 e il 2 settembre
del 1859, quando furono investiti in pieno dal cosiddetto “evento di Carrington”.
Una violenta espulsione di massa coronale ,lanciò verso la Terra una bolla di particelle cariche talmente potente ,che chi lavorava al telegrafo, lo strumento di comunicazione per eccellenza dell’epoca ,prese una brutta scossa elettrica.
La carta telegrafica andò a fuoco e alcuni dispositivi si azionarono senza batterie.
L’impatto sul campo magnetico terrestre fu tale che si poté ammirare l’aurora polare persino da Roma.
Oggi, in un mondo perennemente interconnesso e con tecnologie sofisticate strettamente legate alla rete elettrica, un nuovo evento di Carrington ,potrebbe avere effetti
a dir poco catastrofici.
A spiegare in un articolo
su The Conversation ciò che potrebbe accadere è il professor David Wallace, docente di Ingegneria Elettrica presso l’Università Statale del Mississippi.
Lo scienziato ,ha spiegato che la distruzione andrebbe ben al di là
dei cavi dei telegrafi, interessando
la maggior parte dei sistemi elettrici che le persone utilizzano ogni giorno.
I danni sarebbero di miliardi di dollari per ogni giorno di interruzione della rete.
“Le tempeste geomagnetiche generano correnti indotte che fluiscono attraverso la rete elettrica.
Le correnti indotte geomagneticamente, che possono superare i 100 ampere, confluiscono nei componenti elettrici collegati alla rete, come trasformatori, relè e sensori.
Cento ampere equivalgono al servizio elettrico fornito a molte famiglie.
Correnti di queste dimensioni possono causare danni interni ai componenti, portando a interruzioni di corrente su larga scala”, ha specificato il dottor Wallace.
Nel 1989 una tempesta geomagnetica
tre volte meno potente, colpì il Canada e provocò nove ore di interruzione della corrente per 5 milioni di persone.
Oltre ai guasti alle apparecchiature e alle linee elettriche, col rischio di potenziali incendi, potrebbero saltare le comunicazioni su scala globale.
Internet andrebbe molto probabilmente fuori uso così come i sistemi di comunicazione ad alta frequenza, quelli radio e a onde corte.
Peggio ancora andrebbe alla comunicazione satellitare,
dato che i satelliti investiti dalla tempesta geomagnetica potrebbero letteralmente friggersi e smettere di funzionare.
La navigazione GPS alla base di auto, aerei e navi andrebbe totalmente offline con rischi potenzialmente catastrofici.
Un altro effetto delle tempeste geomagnetiche è quello di rendere l’aria più densa.
Questa maggiore resistenza
dell’aria è un problema per i satelliti che potrebbero non essere in grado di vincerla, finendo per essere rallentanti, deorbitati e distrutti.
Lo sa bene la compagnia aerospaziale privata di Elon Musk, SpaceX, che a febbraio ha perso 40 satelliti della rete Starlink perché colpiti da una tempesta geomagnetica di lieve intensità.