Ucciso brutalmente a 23 anni un giovane incensurato davanti alla moglie

6 Ottobre 2021 - 12:32

Ucciso brutalmente a 23 anni un giovane incensurato davanti alla moglie

Un omicidio eccellente.

È così che gli investigatori hanno definito l’uccisione di Carmine D’Onofrio, 23 anni, raggiunto da diversi colpi d’arma da fuoco ,mentre si trovava in via Luigi Crisconio.

La vittima, infatti, è il figlio illegittimo di Giuseppe De Luca Bossa, fratello di Antonio, quest’ultimo noto come Tonino ‘o sicco, fondatore dell’omonimo sodalizio criminale,
che contende ai De Micco ,
il controllo di Ponticelli.

L’episodio ,è avvenuto intorno alle 2 ,
di notte .

Secondo una prima ricostruzione, D’Onofrio, che si trovava insieme alla compagna, è stato affrontato da almeno due sicari ,che non gli hanno,
lasciato scampo.

Sul posto, allertati dai residenti,
in pochi minuti sono arrivati ,
i carabinieri della stazione Ponticelli insieme ai soccorsi.

Tuttavia, per D’Onofrio non c’è stato nulla da fare.

Il 23enne è deceduto poco dopo il suo arrivo ,presso la struttura ospedaliera Villa Betania.

Sul luogo dell’agguato i militari del nucleo Investigativo, che insieme ai carabinieri della compagnia Poggioreale hanno preso la direzione delle indagini.

Hanno recuperato sette bossoli calibro 45, verosimilmente espulsi da un’arma semiautomatica.

È la risposta alla bomba, esplosa alcuni giorni fa, in via Luigi Piscettaro,
nei pressi dell’abitazione del boss Marco De Micco.

Indicato, insieme agli alleati della famiglia De Martino ,come il principale antagonista dei De Luca Bossa ,
e dei gruppi a questi legati.

Un attentato, quello contro il capo dei Bodo ,che sin da subito ,
aveva fatto nascere il timore ,
che lo scontro tra i due cartelli criminali potesse inasprirsi al punto da sfociare in una guerra totale per il controllo degli affari illeciti.

A innescare la nuova faida, riferiscono le forze dell’ordine, sarebbe stata la scarcerazione, avvenuta alcuni mesi fa, dello stesso De Micco.

Il ras, una volta tornato in circolazione, avrebbe, infatti, riorganizzato il suo sodalizio e rinnovato l’intesa ,con i De Martino, i famigerati XXX del rione Fiat.

Un patto d’acciaio finalizzato a estromettere le cosche rivali.

Un piano ambizioso che, tuttavia, si è scontrato con la resistenza dei De Luca Bossa e dei Minichini che, sebbene indeboliti dall’arresto dei loro principali esponenti, non hanno esitato a prendere le armi contro i vecchi rivali.

Alcuni giorni prima dell’attentato contro l’abitazione di De Micco.

Cinque soggetti, ritenuti vicini al sodalizio del Lotto 0 ,
furono intercettati ,mentre si aggiravano per il quartiere armati,
di un fucile mitragliatore ,
che non esitarono a puntare contro gli agenti nel tentativo di coprirsi la fuga.

Una volta bloccati e disarmati sono stati tutti identificati come appartenenti al sodalizio De Luca Bossa.

È stato questo il primo segnale che la tensione tra i sodalizi camorristici della zona aveva, nuovamente, superato i livelli di guardia.