Il 23 maggio del 1992, in quello che sembrava un normalissimo pomeriggio palermitano di quasi estate, cambiavano le sorti della città, della Sicilia, del Paese intero.
Una potente carica di esplosiva sventrava l’autostrada Palermo-Mazara all’altezza di Capaci: in un inferno di fiamme e fumo, lamiere e asfalto la mafia compiva la sua vendetta contro il giudice Giovanni Falcone.
Con lui morivano la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Il 19 luglio dello stesso anno la stessa sentenza di morte, questa volta in via D’Amelio, veniva eseguita per Paolo Borsellino , con lui c’erano i suoi angeli custodi: Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della polizia a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Il 23 maggio e il 19 luglio sono le pagine più buie della storia di Palermo, ma segnano allo stesso tempo il risveglio della società civile che davanti a tanta barbarie inizia ad alzare la testa.
Il 23 maggio è ormai da anni diventata la data simbolo della lotta alla mafia, del “no” al malaffare.
E ogni anno, grazie anche all’impegno della fondazione Falcone (creata dalla sorella del giudice, Maria) e del Miur, l’Italia intera si mobilita con l’iniziativa “Palermo chiama Italia” per ricordare e rinnovare l’impegno per la legalità.
Il programma del 2021, nel 29esimo anniversario della strage, risente dei limiti imposti dalla pandemia, ma è comunque fitto di appuntamenti e vede la presenza in città anche del capo dello Stato, Sergio Mattarella.
Lo slogan di quest’anno gioca sulla parola “capaci”.
Lo scopo è portare alla luce storie di ordinario coraggio.
Il tema farà da filo conduttore durante le celebrazioni , e sarà accompagnato anche la fase preparatoria, con l’obiettivo di far emergere e risaltare esempi positivi di impegno e altruismo.
“‘Di cosa siamo Capaci’ , sottolinea Maria Falcone , è una frase semplice, immediata che punta a valorizzare storie positive, esempi di coraggio e altruismo in momenti bui del Paese, testimonianze di resilienza non necessariamente collegate alle mafie.
Vogliamo insomma narrare di cosa siamo Capaci come cittadini, come singoli individui, come comunità.
Abbiamo pensato a modi diversi per coinvolgere i ragazzi e i cittadini , spiega .
È nato così ‘Spazi Capaci’, un progetto di memoria 4.0 che ci consente di riappropriarci attraverso l’arte dei luoghi che la pandemia ci ha sottratto e che potrebbero essere di nuovo ‘occupati’ dalla criminalità organizzata.
Abbiamo chiesto ad alcuni tra i maggiori artisti italiani , prosegue Maria Falcone , di contribuire alla realizzazione di un programma speciale di interventi urbani, nei luoghi simbolo del riscatto civile contro le cosche.
La bellezza e la cultura sono armi importanti contro la paura e l’omertà”.
Il tradizionale corteo per le vie del centro di Palermo per il secondo anno consecutivo, a causa del Covid, non potrà svolgersi.
Ma studentesse e studenti, famiglie, associazioni, cittadini, scuole potranno unirsi simbolicamente, da Nord a Sud, in un corale “no” contro le mafie appendendo un lenzuolo, come accadde dopo le stragi del ’92, per ricordare le vittime della mafia.
L’invito è rivolto a tutti ed è stato rilanciato, in queste settimane, anche da influencer, cantanti, attori, intellettuali che hanno aderito all’iniziativa con video-appelli per essere il più numerosi possibile.
Un lenzuolo realizzato dalle alunne e dagli alunni dell’istituto comprensivo Virgilio di Roma sarà emblematicamente consegnato dal ministro Patrizio Bianchi alle studentesse e agli studenti di Palermo.