Notte da incubo per una 32enne: sbattuta a terra, stuprata e chiusa a chiave in stanza.

19 Gennaio 2021 - 10:20

Notte da incubo per una 32enne: sbattuta a terra, stuprata e chiusa a chiave in stanza.

“Io ho cominciato ad urlare per quello che stava accadendo, l’ho fatto per attirare l’attenzione di qualcuno.

Mi sono dimenata, volevo scappare.
Lui ha iniziato a colpirmi su tutto il corpo, mi ha sbattuto la testa sul pavimento e ha utilizzato il mio cellulare per colpirmi”, ha raccontato con queste parole la notte da incubo che ha vissuto.

Protagonista una 32enne il responsabile dello stupro sarebbe un 41enne di nazionalità marocchina.

L’uomo avrebbe ospitato per qualche giorno la ragazza, dietro richiesta di quest’ultima, in casa sua.

Una sera, però, l’avrebbe aggredita, le avrebbe sbattuto il volto sul pavimento e infine l’avrebbe violentata, chiudendola poi a chiave in camera.

Sono stati i vicini ad avvertire il 112 e quando i poliziotti del commissariato Tor Carbone sono intervenuti sul posto hanno trovato l’uomo ancora in pigiama e qualcuno che sbatteva i pugni sulla porta di una stanza.

Dentro c’era la ragazza, violentata e poi derubata del suo cellulare per evitare che chiamasse lei stessa i soccorsi.

La donna è stata liberata e ha raccontato tutto alla polizia: lui avrebbe chiesto a lei, dopo aver assunto della cocaina, di passare la notte insieme.

Lei avrebbe rifiutato, offrendosi di dormire sul divano in salotto. “Mi ha chiesto, vuoi avere un rapporto con me? Ma non era assolutamente mia intenzione.

La mia unica intenzione era dormire, avevo sonno.

Nel contempo gli dicevo io riposo in soggiorno, lui mi ha detto vado io tu vai nella mia camera e invece mentre mi dirigevo nella stanza, è tornato indietro e ha chiuso la porta a chiave”, ha raccontato agli investigatori.

Poi è cominciata la violenza, andata avanti per ore.

L’uomo si trova ora in carcere con le pesanti accuse di sequestro di persona, violenza sessuale aggravata e lesioni personali aggravate.

La ragazza, in stato di shock, è stata accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Eugenio di Roma.