Nell’ottobre del 2020 un operaio di 39 anni originario del Torinese è morto in un incidente stradale sull’Autostrada del Mare nel Cuneese.
Residente a Torino, ha lasciato una moglie e una compagna.
Aveva sposato la prima circa tre anni fa e insieme a lei ha avuto un figlio, nato pochi mesi prima del tragico evento.
La seconda era la sua amante ma la relazione non era a tutti gli effetti clandestina perché i due venivano spesso visti insieme in pubblico.
Il motivo di tale rilassatezza è facilmente spiegabile: la moglie dell’uomo deceduto ha un lavoro che la porta molto spesso ad essere fuori città.
Il 39enne trascorreva tre giorni con l’amante e quattro con la moglie e il figlio neonato.
Per far capire il grado di intimità tra i due basti sapere che quando l’operaio ha perso la vita è stata la sua ‘fidanzata’ a presentarsi sul posto per la dolorosa pratica del riconoscimento del cadavere, poiché la moglie non era in zona.
Quanto successo dopo, però, appare ancora più clamoroso.
Anche l’amante del 39enne, al momento di chiedere i danni all’assicurazione per quel decesso, ha avanzato la sua pretesa.
Richiesta accettata perché anche lei ha ricevuto un risarcimento.
La compagnia assicurativa, infatti, ha dovuto pagare sia la moglie che l’amante e non ha potuto dividere a metà la somma prevista.
Il legale dell’amante, Gino Arnone, ha dichiarato a tal proposito: “Lei stessa è riuscita a dimostrare che con quell’uomo aveva un’aspettativa di vita insieme, con progetti per il futuro, esattamente come per la consorte legittima.
Ha dimostrato che c’era la stessa intensità di affetti e anche una convivenza”.
Chi ha guardato il film “Le fate ignoranti” di Ferzan Ozpetek avrà già notato numerosi parallelismi tra questo fatto di cronaca nera e la trama del film.
La conferma che il confine tra realtà e fantasia talvolta è molto sottile.
