Lo strazio di Flavia la moglie di Federico Salvatore che lotta tra la vita e la morte: “Pregate per lui “

14 Ottobre 2021 - 12:29

Lo strazio di Flavia la moglie di Federico Salvatore che lotta tra la vita e la morte: “Pregate per lui “

Quando la notizia ieri ,
si è sparsa sui social la disperazione di Flavia D’Alessio, moglie di Federico Salvatore, è diventata doppia.

A quella per il marito, ricoverato da sabato ,all’Ospedale del Mare di Napoli, in seguito a un’emorragia cerebrale, si è aggiunta quella per i quattro figli.

Paride, Yuri, Azzurra e Fabrizio ,
che non conoscevano ,la reale ,
condizione di salute del padre.

Per proteggerli non aveva ancora detto loro la verità.

Il cantautore, protagonista del teatro, sospeso tra la goliardia degli inizi ,
e l’impegno di una seconda fase artistica, è in coma farmacologico, intubato, in attesa di capire se sarà possibile sottoporlo a un intervento.

«Non è un momento semplice, ma nessuno, ora, può fare diagnosi certe e definitive», ha spiegato la moglie ,
in un comunicato:

«Federico ora è sotto osservazione ,
ed è sottoposto a una serie di accertamenti.

Da sua compagna di vita e da madre,
dei suoi figli, sto cercando di contenere più possibile il grande dolore che provo, di rimanere lucida e di gestire i nostri ragazzi.

Tranquillizzandoli e dicendo loro ,
la verità: il papà è affidato alle cure di ottimi medici.

Un appello alla stampa: nessuno nega la libertà e il dovere di informazione ,
ma abbiate cura anche delle persone.

So bene quanto sia grande l’amore che circonda Federico, lo vivo da vent’anni. E so bene quanta preoccupazione ci sia per lui da parte dei suoi fans, che lo seguono da sempre.

E, quindi, quanto sia forte la voglia di sapere.

Vi aggiornerò, sperando che al posto mio, ci sia proprio lui a raccontarvi quello che è successo». 

Il 17 settembre scorso, giorno del suo 62esimo compleanno, sarebbe dovuto uscire il nuovo album di Salvatore,
«Azz 25 anni dopo», versione riveduta e scorretta delle prime canzoni, quelle del periodo «tamarro», che gli avevano dato il successo, grazie anche all’attenzione di Maurizio Costanzo.

Fulminato dal confronto-scontro messo ,
in scena tra lo snob Federico ,
e il proletario Salvatore, quasi a scindersi in due.

Proprio quel giorno, dalle pagine social dell’artista ,era arrivato l’annuncio, di un ritardo nella pubblicazione del disco.

Motivato da un lutto, la morte di Giacino, il suo pappagallo parlante di 25 anni. 

Forte la preoccupazione degli ammiratori, espressa attraverso i social.

Mancino naturale, che non ha mai invertito le corde sulla tastiera ,
della chitarra, il cantacabarettista, partenopeo ,ha sfondato a metà anni Novanta, con gli album «Azz…» ,
e «Il mago di Azz», prodotti da revival macchiettistico in salsa triviale.

Nel 1996 la partecipazione al Festival di Sanremo ,con «Sulla porta», censurata per l’uso della parola «omosessuale»:
era la prima volta, che qualcuno cantava un coming out a Sanremo.

Da allora la sua carriera, si è spostata verso il teatro-canzone, quando non verso il teatro tout court, che lo ha visto in scena, con Peppe Lanzetta o come protagonista di «Novecento napoletano».

«Se io fossi San Gennaro», un po’ gaberiana e un po’ deandreiana (via Cecco Angiolieri), il suo j’accuse più verace e sentito.

Sudista verace, studioso di «storia patria», non aveva messo mai da parte l’ironia: dopo dischi come «L’osceno del villaggio», «Dov’è l’individuo», «Fare il napoletano… stanca!» e «PulcinHell».

Nel 2020 aveva inciso «Sta luna pare na scorza e limone», esilarante rilettura del repertorio degli Squallor.