Liliana Resinovich: l’esame del Dna scagiona il marito, l’amico e il vicino di casa

9 Aprile 2022 - 14:09

Liliana Resinovich: l’esame del Dna scagiona il marito, l’amico e il vicino di casa

L’analisi scientifica ,della traccia biologica maschile.

Trovata sul cordino che stringeva
al collo i due sacchetti di nylon,
nei quali era infilata la testa di Liliana Resinovich ,ha dato esito negativo.

Il Dna dunque non è né del marito Sebastiano, né dell’amico Claudio,
né del vicino di casa Salvatore.

La 63enne triestina ,è scomparsa
da casa il 14 dicembre ed è stata ritrovata senza vita il 5 gennaio nel vicino boschetto dell’ex ospedale psichiatrico.

Gli inquirenti dopo il ritrovamento
del corpo della donna in posizione fetale.

All’interno di due sacchi neri della spazzatura, aperti, uno infilato
dalla testa e l’altro dai piedi, gli inquirenti non hanno escluso alcuna pista.

Chi conduce le indagini non ha mai escluso l’ipotesi del suicidio.

Le indagini

A deporre per quest’ultima ipotesi,
è la scoperta del Dna di Liliana
sul cordino, che lei avrebbe usato per soffocarsi.

Una traccia nitida ma mista,
nel senso che sullo stesso punto è stato individuato anche un Dna maschile,
molto debole, al quale gli inquirenti non hanno mai dato molta importanza.

L’esame del Dna

Per non lasciare nulla di intentato
si è deciso di procedere alla comparazione con il Dna dei soggetti
più vicini a Liliana (nessuno di loro indagato).

Il marito Sebastiano Visintin,
l’amico del cuore Claudio Sterpin,
e il vicino di casa Salvatore Nasti.

Secondo la Scientifica, nessuno dei tre ha toccato quel cordino che potrebbe aver soffocato Liliana.

Considerato poi che dall’indagine
non sono emersi elementi concreti contro terze persone, gli inquirenti ritengono sempre più probabile che la soluzione del giallo possa essere il suicidio della donna.