Torbidi segreti sessuali si insinuano nella inchiesta sulla morte di Laura Ziliani.
In arresto, da venerdì scorso,
due zdelle tre figlie ,della ex vigilessa di Temù (Brescia) ,
scomparsa 140 giorni fa.
Silvia e Paola Zani, e il fidanzato della primogenita, Mirto Milani.
La donna sarebbe stata, prima stordita con degli ansiolitici e poi soffocata, con un cuscino nel letto.
Quindi i tre giovani ,avrebbero inscenato la sparizione, con azioni ,
di depistaggio durate intere settimane.
Movente dell’omicidio: spartirsi il patrimonio immobiliare, della vittima ,
e godere di quella “rendita” ,
senza dover lavorare.
Secondo quanto filtra dalle indagini, sarebbero stati fatti sparire i telefonini di Silvia e Paola.
Ai carabinieri le sorelle avrebbero consegnato degli smartphone nuovi.
Secondo Mirto ,quelli vecchi ,erano stati venduti, per 250 euro,
a un marocchino in stazione.
Perché avevamo bisogno di soldi”.
Però, la versione fornita ,
è una delle tante menzogne ,
di questa storia: i cellulari vecchi, infatti sarebbero “ricomparsi” ,
ma con reset alle impostazioni iniziali di fabbrica.
Cosa dovevano nascondere i tre sospettati?
Silvia ha motivato, il gesto con “la vergogna” causata “dall’idea che si sapesse ,che ero iscritta ,
a un sito di scambisti”.
Paola invece non voleva “che si sapesse che ho una relazione col fidanzato di mia sorella”.
Altri tasselli sconvolgenti,
come il tentativo di “costruire” ,
una fittizia ,scena del crimine sparpagliando, per Palù le scarpe ,
e i jeans della vittima, per avvalorare la tesi ,della sparizione ,
retta anche in tv, davanti alle telecamere di Chi l’ha visto.