Forti allucinazioni e rischio arresto cardiaco in volo : panico in aereo

29 Luglio 2021 - 13:57

Forti allucinazioni e rischio arresto cardiaco in volo : panico in aereo

A bordo di quel volo, c’era un passeggero con forti allucinazioni,
e con il concreto rischio di infarto, per il micidiale mix di alcol, caffeina e droga con cui aveva “condito” il suo volo.

Motivo più che sufficiente,
per costringere un volo della compagnia aerea Frech Bee ,ad un atterraggio di emergenza in Kenya.

Atterraggio che si è reso necessario, per consentire cure immediate, ad un 32enne, con il più grosso “trip” in corpo , e capoccia dai tempi dei fratelli Wright.

La notizia è stata ripresa da molti media internazionali, ed italiani e dà menzione infatti, della disavventura in cui sono incappati equipaggio, personale e passeggeri ,di un Airbus A350 della French Bee, diretto nella splendida isola nell’Oceano Indiano ,
de La Réunion.

A circa sette ore dal decollo,
un passeggero ha iniziato a stare malissimo, ma così male che ad un certo punto, assieme a dolori fortissimi, l’uomo ha iniziato ad accusare vere allucinazioni , e uno scompenso cardiaco.

Molto grave , di quelli che se sei un un aereo a 11mila piedi, di quota non puoi certo ignorare.

E infatti nessuno lo ha ignorato a bordo, tanto che il comandante dell’Airbus, ha deciso per un atterraggio di emergenza sanitaria, nell’aeroporto keniota di Mombasa.

Il “trampolino” di lancio verso l’Oceano Indiano, sopra il quale, poi cercare
uno scalo di emergenza sarebbe stato impossibile data una rotta sud sud est.

Raccontano i media, che il 32enne è stato immediatamente preso in carico dalle autorità locali , e soccorso con la tempestività che il caso richiedeva.

E perché il caso lo richiedeva?
Perché il giovane a bordo aveva preso una quantità così grande di Coca Cola, alcol ed antidepressivi , in unica soluzione, di mix che nessuno si sarebbe stupito.

Se avesse deciso ad un certo punto,
di fare come quell’altro sciroccato, che, qualche tempo fa negli Usa, voleva aprire in volo il portellone dell’aereo.

In punto di serietà e protocollo,
perciò lo staff ha deciso per l’atterraggio di emergenza, anche a seguito di un primo consulto medico, avvenuto già in quota.

Da lì a lanciare il Mayday,
e certificare che in quel momento c’era una situazione critica, con priorità assoluta , per ogni torre di controllo
a portata di frequenze era stato un attimo.

Attimo che forse ha salvato la vita,
al passeggero, sottoposto ad una serie di drastici interventi disintossicanti.

Cessata l’emergenza il volo è ripartito per la destinazione finale.