Caro carburante. Benzinai senza soldi. Autocisterne rimandate indietro

16 Marzo 2022 - 14:09

Caro carburante. Benzinai senza soldi. Autocisterne rimandate indietro

La crisi dei carburanti,
con i prezzi folli, e le continue oscillazioni del prezzo del petrolio,
non sembra avere fine.

E ora risuona un nuovo allarme:
ci sono benzinai che non riescono a pagare , con la liquidità di cui sono in possesso, le partite di carburante.

«Non ci risultano essere problemi relativi all’approvvigionamento dei nostri impianti, racconta Claudio Favaro, presidente della Figisc (Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti).

Per la Confcommercio Pordenonese, piuttosto ci sono degli impianti in sofferenza ,che hanno dovuto rimandare indietro il carico.

Il quale ,era regolarmente arrivato perché non potevano pagarlo per problemi di liquidità.

Questi sono i casi che al momento riguardano le pompe chiuse.

Si tratta di due casi nel Pordenonese
e di sei-sette ,se comprendiamo
anche quelle presenti nella provincia
di Udine.

«A differenza di quanto accade in Veneto qui le dinamiche sono differenti.

Sembra che i clienti siano in attesa
di tempi più favorevoli e aspettino una diminuzione di prezzi.

Alla stessa maniera si stanno comportando i gestori delle pompe di distribuzione carburante.

Le quali ,hanno diminuito i propri ordini, per evitare di comprare il carburante ad un prezzo alto
per poi venderlo a meno, riducendo i propri margini di guadagno.».

Il rischio ,infatti è quello che i gestori delle pompe di carburante
si trovino a lavorare in perdita.

«Dovrebbe definirsi nei prossimi
giorni ,un calo generalizzato
dei costi alla pompa, grazie alle compagnie petrolifere ,
e all’auspicato intervento del Governo.

Noi come categoria siamo penalizzati, allo stesso modo dei nostri clienti, visto che al di là del prezzo complessivo del carburante il nostro guadagno resta sempre il medesimo.

Ovvero 3,05 centesimi lordi al litro che possono diventare 4 in caso di rifornimento servito».

Tutti quindi, sia utenti che distributori guardano con attenzione alle misure, che dovrebbero essere varate nei prossimi giorni dal Governo Draghi, e che dovrebbero portare ad una riduzione di circa 15 centesimi
al litro.

Ma un minimo di ottimismo ,
è d’obbligo visto che questa temuta classifica ha toccato il picco nella giornata di lunedì.

Quando il gasolio andava da un minimo
di 2,173 ad un massimo di 2,515 euro e la benzina da 2,153 a 2,423 euro.

In ultima analisi appare evidente
come non sia necessaria una corsa all’acquisto di carburante come se le scorte potessero mancare a breve.

Il consumatore però è disorientato.

Il costo medio al barile è elevato,ma in passato lo è stato ancora di più e non si sono avuti questo generi di aumenti.

Anche il ministro ,della Transizione Ecologica, Cingolani, ha parlato
di speculazione e addirittura di truffa, per quanto riguarda gli aumenti dei prodotti petroliferi.

Buone notizie sembrano arrivare
dal mercato con le principali compagnie petrolifere che già ieri ,
hanno abbassato il prezzo alla pompa.

In attesa degli interventi governativi gestori e consumatori incrociano le dita, tengono le automobili in garage se non necessarie, e sperano in tempi migliori.

Gli utenti delle province di Pordenone e Udine intanto stanno diradando le visite dal benzinaio di fiducia in attesa di tempi migliori e di costi minori e più sostenibili.

In ogni caso quella di un’assenza di carburante appare essere, quanto meno da queste parti un’eventualità remota.