Bimbo in fin di vita per un batterio, la rabbia della mamma: “Lo hanno fatto ammalare in ospedale”

13 Luglio 2022 - 20:28

Bimbo in fin di vita per un batterio, la rabbia della mamma: “Lo hanno fatto ammalare in ospedale”

Il piccolo di quattro anni sarebbe entrato nell’ospedale San Marco di Catania per un disturbo intestinale,
poi un’infezione ha colpito tutti i suoi organi.

Quando Domenico, quattro anni,
è entrato all’ospedale San Marco di Catania, aveva un disturbo intestinale, ora sta lottando tra la vita e la morte nell’ospedale pediatrico di Taormina.

Secondo la madre, Ambra Cucina,
a ridurre suo figlio in queste condizioni sarebbe stato un errore,
da parte dei sanitari.

La giovane donna ha denunciato il presunto caso di malasanità all’Ansa,
ma finora nessuna replica è arrivata dall’ospedale catanese.

Le parole della mamma

“Voglio giustizia per mio figlio,
e voglio che emerga la verità.

Nessun bambino deve passare quello che ha passato lui.

Oggi all’ospedale pediatrico di Taormina stanno facendo di tutto per tenerlo in vita.

Al San Marco di Catania gli hanno fatto prendere l’infezione che lo sta uccidendo”, ha denunciato la giovane mamma.

Il calvario in ospedale

Secondo la ricostruzione della donna,
il bambino avrebbe contratto il batterio responsabile del suo stato mentre era già ricoverato al San Marco di Catania, in seguito all’applicazione di un sondino, l’enterococco.

L’infezione si è poi estesa a tutti gli organi, dal cuore ai reni.

Il piccolo è stato trasferito al Policlinico di Catania e da qui ricoverato in fin di vita all’ospedale di Taormina.

“Mio figlio stava bene quando è stato ricoverato”, ribadisce la donna, “dell’infezione si prende soprattutto negli ospedali.

Finché il cuore del mio bambino batterà io non mi rassegnerò e continuerò a chiudere giustizia”.

Le condizioni attuali

“I medici , continua la donna ,
sono riusciti a far riprendere
tutti gli organi compromessi .

Una Tac ha evidenziato un edema cerebrale e i sanitari hanno deciso di fare un esame accurato, per capire se è ancora presente un’attività.

Ma io non lo abbandonerò mai, fino a quando batterà il suo cuoricino non farò staccare la macchina che lo tiene in vita e continuerò a chiedere giustizia”.