Alle 23:35, di questa sera un asteroide grande come la Mole Antonelliana, compirà un passaggio ravvicinato,
(dal punto di vista astronomico) ma del tutto sicuro sulla Terra.
Il “sasso spaziale”, chiamato 2007 FF1, è un asteroide di classe Apollo che fa parte dei cosiddetti NEO, acronimo di Near Earth Obect, ovvero tutti quegli oggetti celesti, comete comprese ,che hanno un’orbita ,che si avvicina più o meno pericolosamente a quella del nostro pianeta.
Fortunatamente per stasera non c’è alcun rischio di impatto, dato che 2007 FF1 transiterà a una distanza di poco più di 7,4 milioni di chilometri, circa 16 volte la distanza media che ci separa dalla Luna.
In questo momento sta sfrecciando nello spazio all’impressionante velocità di 12,83 chilometri al secondo, pari a oltre 46mila chilometri orari.
L’asteroide è stato scoperto dagli astronomi nel 2007 ,grazie al Catalina Sky Survey (CSS), un progetto coordinato dall’autorevole istituto Lunar and Planetary Laboratory dell’Università dell’Arizona volto alla ricerca di oggetti potenzialmente pericolosi.
Il sistema si basa su tre strumenti distinti: un telescopio da 1,5 metri
sul Monte Lemmon; un telescopio da 68 centimetri sul Monte Bigelow; e uno di 0,5 metri al Siding Spring Observatory.
Nonostante sia noto da 15 anni,
le informazioni su 2007 FF1 sono ancora piuttosto limitate.
Il suo diametro, ad esempio,
si ritiene possa essere compreso tra 120 e 260 metri, come indicato sul sito
“NEO Earth Close Approaches” del Jet Propulsion Laboratory della NASA.
Le dimensioni medie sono dunque di poco superiori a quelle della Mole Antonelliana, che svetta nel cuore di Torino.
Le osservazioni di questa sera potrebbero aiutare gli scienziati a definire meglio sia il diametro che altre caratteristiche.
Nel caso in cui un oggetto del genere dovesse impattare sulla Terra scatenerebbe danni catastrofici a livello locale, avendo dimensioni ed energia sufficienti per radere al suolo un’intera città e le aree circostanti.
In caso di impatto in mare, invece, farebbe sollevare uno tsunami di proporzioni devastanti.
Fortunatamente non si tratta di un oggetto in grado di innescare eventi
di estinzione di massa come l’asteroide Chixulub, che determinò la scomparsa
dei dinosauri non aviani e di molte altre specie animali e vegetali 66 milioni di anni fa, alla fine del Cretaceo (aveva un diametro stimato di 10-14 chilometri).