Antonia e Italo, marito e moglie ricoverati insieme: lei guarisce prima e il bacio commuove tutti

9 Gennaio 2021 - 17:40

Antonia e Italo, marito e moglie ricoverati insieme: lei guarisce prima e il bacio commuove tutti

Si sono contagiati tutti e due. È il caso più frequente, più crudele; è quasi impossibile evitarlo, in casa. In fondo, una delle poche cose belle di questo periodo è che abbiamo scelto alcune persone per le quali corriamo il rischio di contagiarci, le persone importanti, perché da soli non si può vivere.

È l’amore, che ci fa scegliere: famiglia, figli, al massimo qualche amico che ogni tanto incrociamo, una passeggiata, con tutte le precauzioni ma chissà, rischio zero non esiste.

Antonia Guidolin ha 74 anni, Italo Salvadori ne ha 72. Un colpo di tosse, un po’ di febbre, il tampone, la preoccupazione, l’ironia, il fatalismo, quei due piatti della bilancia che fanno una coppia: uno sostiene l’altro, se uno va giù l’altro va su, bisogna tenersi in equilibrio.

Antonia peggiora, il respiro corto, il saturimetro. È il 20 dicembre, la sirena dell’ambulanza, la speranza e la paura, e via verso l’ospedale di Cittadella, un saluto, un abbraccio di Italo, qualche parola, chissà se lui è bravo, con le parole, ma tanto in questi casi vengono giuste.

Italo resta da solo. Natale da solo, i giorni della festa da solo; sì, senza dubbio, il resto della famiglia, una telefonata, un po’ di conforto, ma Italo è isolato, continua ad ammalarsi anche lui. Si sentono, Italo le dice di non preoccuparsi, Antonia non peggiora.
Peggiora invece Italo, ha il Covid anche lui, la febbre, è il 31 dicembre, fa davvero fatica a respirare, torna l’ambulanza, è più grave di lei, va dritto in Terapia Semintensiva. Viene l’anno nuovo e sono tutti e due nello stesso ospedale, ma in due reparti differenti.

Son stati bravi, a stare insieme tutta la vita e adesso serve saperlo, serve tanto anche se non possono far niente, ma in qualche modo fanno lo stesso.

Antonia migliora ogni giorno, a Italo continua a servire l’ossigeno, bisogna essere prudenti. Passano i giorni, sempre più giorni che non si vedono, Antonia migliora davvero, tanti guariscono, ce la fanno, anche se tanti no, ogni giorno quanti lutti, ma Antonia ce la sta facendo, non ha più bisogno di ossigeno.

Sa tutto di Italo, sa che non ha autonomia respiratoria, che deve ventilarsi artificialmente, ma è tutto nei parametri.

È l’8 gennaio, Antonia sta guarendo, può essere dimessa,ma non è mica contenta, il dolore è un altro, «Italo come sta?», non si può più pensare solo a sé, dopo una vita insieme, e allora parla con un’infermiera, le chiede se può, magari, velocemente, prima di andarsene, solo dargli un saluto. «Sì» rispondono i medici, si può, ci sarebbero delle regole, ma insomma, questa è la regola più intelligente.

La decisione di farli riabbracciare
Pochi metri, l’emozione, Italo ha la maschera, gli serve per respirare, mica può togliersela, lei si avvicina, gli prende la mano, gli dice qualcosa, si parlano un po’, e dopo lei si china, si baciano, mascherina e maschera si baciano, loro due si baciano.