Aldo Moro, dopo 43 anni una ferita che sanguina ancora con la verità “tombata”

9 Maggio 2021 - 10:15

Aldo Moro, dopo 43 anni una ferita che sanguina ancora con la verità “tombata”

Era maggio di quarantatré anni fa, pienamente negli Anni di Piombo.

Un mese che venne scosso da due eventi terribili e simili, improvvisi:

L’uccisione di Peppino Impastato, per mano della mafia, e il ritrovamento del corpo di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, in via Caetani a Roma.

9 maggio 1978 a Roma, delle Brigate Rosse uccisero Aldo Moro facendo trovare il suo corpo nel bagagliaio di una Renault colore amaranto parcheggiata in via Caetanei.

Strada tra via delle Botteghe Oscure dove aveva sede il Partito Comunista Italiano e piazza del Gesù all’epoca sede della Democrazia Cristiana di cui Moro era Presidente.

Impastato e Moro erano due simboli di un’Italia che lottava contro il male, contro due mali, la mafia e il terrorismo.

Due personaggi che fecero il loro incontro simbolico, il 9 maggio 1978.

Addirittura, la notizia della morte di Peppino, che avvenne la notte tra l’8 e il 9 maggio, la mattina seguente riuscì a passare quasi inosservata poiché, proprio in quelle ore, veniva restituito il corpo senza vita di Aldo Moro.

Due tragiche morti, due tragici destini, distinti e uniti.

Peppino Impastato ebbe una vita politica molto intensa.

Nel 1978 si candidò nelle file di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali, ma nel corso della campagna elettorale, proprio nella notte tra l’8 e il 9 maggio, venne assassinato.

Pochi giorni dopo, gli elettori di Cinisi votarono il suo nome, riuscendo a eleggerlo simbolicamente al Consiglio comunale.

Il cadavere di Impastato venne imbottito di tritolo e fatto saltare sui binari della linea ferroviaria Palermo-Trapani, tanto che inizialmente la sua morte venne scambiata per un suicidio.

Solo la determinazione della madre di Peppino, Felicia, morta il 7 dicembre 2004, a 88 anni, e del fratello Giovanni, fecero emergere la matrice mafiosa dell’omicidio, riconosciuta nel maggio del 1984 dal Tribunale di Palermo.

Nel maggio del 1992 i giudici decisero l’archiviazione del caso, ma nel 2002 Badalamenti fu condannato all’ergastolo come mandante.

A far conoscere la figura di Impastato al pubblico è stata anche la pellicola del 2000 I cento passi del regista Marco Tullio Giordana, ricordando la distanza che separava, a Cinisi, la casa degli Impastato da quella dell’assassino.

Il 9 maggio è la Giornata dedicata alle vittime del terrorismo e delle stragi: in questo giorno ricorre l’anniversario della morte di Aldo Moro e del giovane attivista siculo Peppino Impastato.

Anche Giuseppe Conte li ha ricordato poco fa con un lungo messaggio commovente.