Un diciassettenne adesca bambini su Forntnite e li convince a produrre immagini porno

22 Novembre 2020 - 9:45

Un diciassettenne adesca bambini su Forntnite e li convince a produrre immagini porno

Un diciassettenne ha adescato alcuni bambini via internet e li ha convinti a produrre immagini a contenuto pedopornografico.
È quanto ha scoperto la polizia nel Torinese. L’indagine, cominciata lo scorso luglio, è stata svolta dagli investigatori del commissariato di Rivoli in collaborazione con i colleghi delle polizie postali del Piemonte e del Veneto.

A partire dalla scorsa primavera, durante il primo lockdown, il giovane ha utilizzato la piattaforma Fortnite per contattare i bambini, per poi spostare la comunicazione su Tik-Tok, Instagram e Whatsapp.
È stata la mamma di uno dei bambini (che hanno poco più di dieci anni) a presentare la denuncia che ha dato il via agli accertamenti. Le immagini e i video di natura pedopornografica, attualmente al vaglio dell’autorità giudiziaria, venivano prodotte dai bambini nelle loro camerette, con i cellulari nella propria disponibilità, a fronte prima di richieste dietro un compenso economico, elargito sotto forma di ricariche telefoniche e soldi cash, e poi per effetto di vere e proprie minacce. La strategia dell’adescamento era la seguente. Il diciassettenne si presentava prima come «amico» e semplice compagno di giochi, poi, in un momento successivo, provava a spostare il tenore delle conversazioni, ora con dei «ti amo», ora con invio di immagini pedopornografiche, sino a giungere a vere e proprie minacce funzionali alle richieste di natura estorsiva.
I genitori dei bambini coinvolti erano inconsapevoli di quanto stava accadendo da mesi nelle camerette dei loro figli, che nel frattempo erano impegnati per gran parte della giornata con dispositivi elettronici anche a causa del lockdown in corso.
A seguito di accertamenti eseguiti dal personale del commissariato di Rivoli, difatti, le condotte di adescamento hanno avuto luogo sin dai primi giorni di aprile e si sono protratte indisturbate sino a quando, una madre, nei primi giorni di luglio, ha un sospetto.

Nei primi giorni di luglio la madre di uno dei bambini, che aveva poco più di dieci anni, si trova per caso a guardare lo schermo dello smartphone del proprio bambino, leggendo una frase dai toni strani, sicuramente inusuale per una conversazione tra bambini.

Incuriosita apre la conversazione della chat e lì si apre una finestra verso un mondo che non avrebbe immaginato. Si reca immediatamente presso il commissariato di Rivoli per sporgere la denuncia, offrendo, nel racconto quello che nel giro di pochi giorni appare agli occhi degli investigatori essere la punta di un iceberg.
La Procura per il Tribunale dei minorenni di Torino dispone perquisizioni immediate nel torinese e nel veneto, eseguite dal commissariato di Rivoli e dalla polizia postale del Piemonte e del Veneto.
L’attività di ricerca ha esito positivo venendo individuato un ingente quantitativo di materiale pedopornografico, attualmente al vaglio dell’autorità giudiziaria.

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