Il 118 rifiuta di ricoverarlo, il giorno dopo muore di Covid in casa

4 Dicembre 2020 - 14:25

Il 118 rifiuta di ricoverarlo, il giorno dopo muore di Covid in casa

Ci troviamo a in provincia Caserta. Qui, lo scorso 29 ottobre, un uomo di novantuno anni, Ruggero Cervo, affetto da Covid-19, è morto.
L’anziano si è spento nella sua casa. Eppure  come si legge su un documento ufficiale Saniarp (Sanità a centralità dell’Assistito e della Risposta Prescrittiva) , il 24 ottobre, ossia cinque giorni prima del decesso, era stato consigliato il suo ricovero in ospedale “per lo stato clinico e l’età avanzata”.

Questa vicenda ha inizio fra la prima e la seconda settimana di ottobre, quando Giuseppe avverte sintomi riconducibili al Covid-19. L’uomo decide perciò di sottoporsi al tampone, che dà esito positivo. Subito dopo, anche sua moglie, sua figlia (20 anni) e suo padre Ruggero, pur non manifestando sintomi, effettuano il medesimo test diagnostico, che decreta la positività per la moglie di Giuseppe e per Ruggero.

A questo punto – per alleggerire la pressione sulla figlia, unica positiva della famiglia – Giuseppe decide di trasferirsi a casa del padre un’abitazione indipendente, in cui Ruggero viveva da solo, e di trascorrere con lui il periodo di quarantena.

Il figlio di Ruggero, Giuseppe, 62 anni, ex vice commissario di Polizia, resosi conto che le condizioni cliniche del padre stavano peggiorando a vista d’occhio, ha provato ogni strada per fare in modo che l’anziano venisse seguito da vicino in una struttura ospedaliera. Ma i suoi tentativi si sono rivelati vani.
Ne sono testimonianza le tante chiamate effettuate dall’uomo al 118 e, soprattutto, un’altra annotazione su quello stesso documento Saniarp, questa volta in data 27 ottobre: “Il collega 118 rifiuta ricovero e prescrive terapia”.