Giovanni alle amiche : “Pensatemi, domani farò una strage “

4 Maggio 2021 - 21:28

Giovanni alle amiche : “Pensatemi, domani farò una strage “

C’è uno scambio di messaggi che lascia poco spazio a ogni tipo di interpretazione.

Una chat di messaggi tra Giovanni Limata, 23enne di Cervinara in carcere per l’omicidio Aldo Gioia, e una sua amica.

La messaggistica ora agli atti depositati al tribunale del riesame contiene informazioni molto importanti per le indagini.

Un retroscena dell’omicidio di corso Vittorio Emanuele che passa attraverso le confidenze che Giovanni Limata fa ad una sua amica del cuore.

Messaggi di disperazione rivolti ad una amica fidata più della sorella di Limata.

“Sei la prima persona a cui lo dico, voleva saperlo mia sorella ma non mi fidavo, invece nonostante tutto di te mi dico ancora.

Venerdì sera, scrive limata , sarò ad Avellino per una cosa… non riesco a trovare un modo diverso e meno preoccupante per dirlo ma non voglio fare neanche tanti giri di parole.

Venerdì dovrò uccidere due persone.
Non ho scelta lo devo fare.

Mi ha chiesto di eliminare la sua famiglia”. Messaggi pesanti, che svelano retroscena inquietanti.

Ma chi è la ragazza a cui confida il suo piano criminale? Perché quest’ultima resta impassibile rispetto a queste dichiarazioni?

Ma soprattutto quante altre persone erano a conoscenza del piano diabolico dei due fidanzati e non sono intervenute?

Intanto Elena su i profili social si descrive come dolce e psicopatica.

Ma il vero elemento di novità della giornata riguarda proprio lei.

Lei, che secondo l’accusa avrebbe ordito il piano per sterminare tutta la famiglia, e che nei giorni scorsi aveva rivelato al suo avvocato la speranza di poter parlare con la madre, è riuscita ad avere quel contatto telefonico tanto sperato.

Con la mamma, Liana Ferraioli, ha scambiato poche parole.

E di certo la donna le l’avrà confermato quanto detto pubblicamente il giorno dopo l’omicidio: «Non lascerò mia figlia sola».

Le indagini, in questa fase, stanno cercando di far luce sulle fasi successive al delitto.

E sul ruolo che avrebbero avuto due donne, madre e figlia amiche di Limata, che la sera dell’omicidio sarebbero arrivate da Cervinara ad Avellino per poi riportare a casa il ragazzo facendo il percorso inverso.

Proprio in questa direzione potrebbe tornare utile agli inquirenti una intercettazione telefonica tra questa ragazza e Limata.

Dialogo che per la difesa del giovane evidenzierebbe lo stato di sudditanza del giovane rispetto a Elena.