Non aveva ancora compiuto 23 anni Luana D’Orazio, amava la vita, aveva sogni straordinari, il sorriso sempre sulle labbra e non si stancava mai di lavorare.
E da poco era diventata mamma di una bellissima bambina. «Il mio amore, il mio futuro, il mio specchio», diceva alle amiche.
Luana è morta stamani poco prima delle 10 inghiottita da una macchina tessile. Una fine orribile, davanti ai colleghi di lavoro, un’ennesima martire del lavoro due giorni dopo la Festa dei Lavoratori e il grande concerto del Primo Maggio.
È accaduto a Montemurlo, provincia di Prato, in un’azienda tessile.
Luana, come ogni mattina, stava lavorando a un orditoio, una macchina che ordina i fili, tesse e cuce.
I compagni di lavoro dicono di aver visto la ragazza risucchiata dal rullo della macchina dove era rimasta impigliata.
Non hanno avuto il tempo di far niente e quanto il macchinario è stato fermato Luana era già stata straziata.
È arrivata l’ambulanza, sono arrivati tecnici, imprenditori, amici e parenti. Tutti hanno cercato di strapparla dalla morte, tutti hanno pregato.
Non c’è stato niente da fare.
Sotto choc il sindaco di Montemurlo, Simone Calamai: «È una tragedia che colpisce tutta la comunità e mi stringo in segno di cordoglio, anche a nome di tutta l’amministrazione comunale, alla famiglia della giovane.
Aveva avuto una figlia da poco, era felice.
Siamo vicini alla bambina e a tutta la famiglia».
Sgomento il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. «A 22 anni si ha una vita davanti, a 50 si ha una famiglia alle spalle, in tutte le età si hanno progetti e sogni da realizzare , dice.
Morire ancora sul lavoro non è accettabile.
Quasi ogni giorno, una lavoratrice, un lavoratore si reca al lavoro e non fa più ritorno a casa.
Certo poi ci sono le verifiche, le inchieste, le multe, i risarcimenti, ma la vita non si può risarcire o monetizzare.
Dobbiamo riportare centrale il tema della sicurezza sul lavoro nelle aziende». Addolorato il presidente della Regione, Eugenio Giani, e una schiera di politici, amministratori, sindacalisti. Ma intanto in Toscana si continua a morire di lavoro.