“Siamo una famiglia con il volo previsto per oggi da Londra a Roma, ovviamente cancellato siamo senza casa, lavoro, macchina e senza possibilità di andare in albergo…”
Questo è solo uno dei tantissimi messaggi pervenuti a varie redazioni redazione e che fanno riferimento al caos scoppiato dal pomeriggio di domenica 20 dicembre, quando è stato deciso lo stop ai voli che arrivano dal Regno Unito come misura cautelare per fermare il contagio con la nuova variante aggressiva del Covid emersa nella capitale britannica e nel sud-est del Paese.
Dopo la scoperta della variante del Covid-19 individuata nel Paese fresco di Brexit, il ministro Speranza ha firmato un’ordinanza flash che ha improvvisamente chiuso il traffico aereo lasciando però centinaia e migliaia di connazionali bloccati nel Regno Unito.
Italiani rimasti intrappolati negli aeroporti londinesi di Heathrow e Stansted dalla sospensione dei voli decisa dal nostro Governo, come dalla maggioranza dei Paesi europei.
Famiglie con bambini, giovani, anziani, gente che lavora qui e si preparava a rientrare per le vacanze di Natale oppure che era venuta per un soggiorno di studio, lavoro o turismo, e che adesso non sa più quando potrà rientrare.
E oltre al danno la beffa.
Perché al di là della comprensibile fretta con cui sono state adottate le misure, ciò che resta incomprensibile è come mai il Governo abbia chiuso i voli diretti ma esorti i cittadini che hanno bisogno di rientrare in Italia a farlo utilizzando voli con scalo. Lo si apprende direttamente dal sito dell’ICE che offre le seguenti opzioni per il rientro.
Non risultano al momento soluzioni alternative, come voli di Stato per quegli italiani bloccati in un reale stato di emergenza. Nel frattempo, sul sito dell’ambasciata d’Italia a Londra resta l’avviso dell’ordinanza secondo cui è “vietato l’ingresso e il transito nel territorio nazionale alle persine che nei 14 giorni precedenti il 29 dicembre, abbiano transitato o soggiornato nel Regno Unito Insomma, la situazione è quantomeno confusa e i cittadini italiani all’estero si sentono allo sbaraglio.