Il 15 febbraio scade il divieto di spostarsi fra Regioni. Cosa può succedere dopo con un governo ancora da definire?

8 Febbraio 2021 - 21:46

Il 15 febbraio scade il divieto di spostarsi fra Regioni. Cosa può succedere dopo con un governo ancora da definire?

Uno degli ultimi atti del governo Conte II è stato limitare gli spostamenti tra Regioni, in tutte le zone (anche gialle), fino al 15 febbraio 2021. Il prossimo, se deciderà di proseguire con questo strumento, sarà forse del nuovo premier Mario Draghi.

Ma, se non dovesse intervenire nessun nuovo provvedimento, da quella data si potrebbe tornare a muoversi liberamente in Italia. Ma in costanza di crisi a chi tocca assumere eventuali provvedimenti? Al governo uscente, in sella per l’ordinaria amministrazione, o a quello che verrà?

A dieci giorni dal 15 febbraio è quello che vorrebbero sapere milioni di italiani per programmare spostamenti sospesi ormai da quasi due mesi e anche i gestori degli impianti di sci che, in caso di riapertura, devono valutarne la convenienza.

E’ chiaro infatti che se gli sciatori non possono arrivare da fuori regione, soprattutto per quelle più piccole, sarebbe insostenibile. Il Comitato tecnico scientifico ha esitato a prendere una decisione per quel che riguarda gli spostamenti tra regioni.

Al Cts, ad ora, il governo non ha richiesto alcun parere in merito e, trattandosi di una limitazione alle libertà personali, la decisione dovrebbe arrivare con un provvedimento del premier ( dunque al momento ancora Conte) su richiesta del ministro della Sanità probabilmente con un passaggio in consiglio dei ministri.

Un iter più lungo e complesso la cui fattibilità e opportunità politica è ancora tutta da valutare. Cosa che di certo non avverrà prima dell’inizio della prossima settimana quando non si sa ancora chi sarà alla guida del Paese.

Se nel nuovo esecutivo dovessero essere confermati Roberto Speranza alla Salute e Francesco Boccia agli Affari regionali è probabile che l’orientamento di queste ore si traduca in un provvedimento.

Ma se non arrivasse nulla, dal 15 febbraio si potrebbe tornare a circolare liberamente tra regioni senza bisogno di far ricorso all’autocertificazione che al momento lo consente solo per ragioni di lavoro, necessità, salute o per far ritorno alla propria residenza, domicilio o abitazione, comprese le seconde case acquistate o affittate prima del 20 dicembre.