Violenze al carcere minorile Beccaria, il pestaggio di un quindicenne ripreso dalle telecamere interne

30 Aprile 2024 - 8:36

Violenze al carcere minorile Beccaria, il pestaggio di un quindicenne ripreso dalle telecamere interne

Nel carcere minorile Beccaria a Milano, l’8 marzo scorso, un detenuto di 15 anni è stato vittima di un pestaggio. Da un’annotazione del 15 marzo,

redatta dal Nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria e agli atti dell’inchiesta della Procura di Milano su torture e maltrattamenti.

In carcere sono finiti 13 agenti e altri otto sono stati sospesi. Quel giorno il 15enne, che in precedenza si era procurato tagli “sulle braccia”, sarebbe stato

prima “condotto fuori dalla cella” da quattro agenti e poi trascinato per le scale, “tirandolo anche dal braccio sanguinante”, da uno di loro. Due degli agenti, poi, stando

alle imputazioni, lo avrebbero spinto “contro il muro” e colpito “ripetutamente alla testa e al torace” fino a “farlo cadere a terra”. A quel punto uno degli

agenti lo avrebbe colpito, quando era a terra, “con numerosi calci”. Nell’informativa, agli atti dell’inchiesta dell’aggiunto Letizia Mannella e dei pm

Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena e condotta anche della Squadra mobile, vengono ricostruite immagine per immagine le fasi delle presunte

violenze e si legge che quei quattro agenti erano “in abiti civili”, ossia senza divise. L’annotazione si basa sui “video tratti dal sistema di videosorveglianza”

e mostra che verso le 18:57 gli “agenti conducono fuori dalla camera il detenuto”, che si “oppone all’accompagnamento”. Sono “nitidamente visibili alcune

lesioni da taglio sanguinanti al braccio sinistro”. Gli investigatori segnalano i nomi dei quattro agenti, poi arrestati o sospesi. Verso le 19:10, le telecamere

riprendono il 15enne che torna verso la cella con una fasciatura al braccio, dopo essere stato medicato in infermeria. Prima, però, dopo che il ragazzo è stato

portato fuori dalla cella, c’è “una sequenza di immagini da cui si coglie” che uno degli agenti lo “sbatte al muro, gli dà uno schiaffo”, mentre lo

“trascina e sbilancia con la mano destra”. Il 15enne “cade a terra” e l’agente “insiste con un calcio sferrato con il piede sinistro”. Intanto, davanti al gip Stefania

Donadeo, l’ex comandante della Polizia penitenziaria Francesco Ferone, sospeso e accusato di aver falsificato le relazioni, ha parlato per quasi due ore

cercando di difendersi. Oltre alle otto vittime accertate nell’ordinanza. Le indagini si concentrano su altre presunte violenze

(una decina i detenuti che saranno ascoltati) e pure sulle sospette omissioni e coperture di personale sanitario, educativo e dei vertici della struttura, tanto

che sono indagate le due ex direttrici. Come persone informate sui fatti sono stati sentiti anche don Gino Rigoldi e don Claudio Burgio, ex ed attuale cappellano del carcere minorile. Fonte tgcom24.