Nicola Gratteri è il nuovo procuratore di Napoli, nominato al Csm con la maggioranza dei voti. Sotto scorta dal 1989

14 Settembre 2023 - 8:29

Nicola Gratteri è il nuovo procuratore di Napoli, nominato al Csm con la maggioranza dei voti. Sotto scorta dal 1989

Alla procura di Napoli, il cui posto di comando era scoperto da quasi un anno e mezzo è stato nominato alla guida il capo dei pm di Catanzaro Nicola Gratteri.

A maggio 2022, infatti, Giovanni Melillo aveva lasciato il posto per assumere l’incarico di capo della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. Gratteri ha

ottenuto 19 voti contro i cinque andati al procuratore di Bologna Giuseppe Amato e agli otto alla procuratrice aggiunta di Napoli Rosa Volpe, che è stata per un

anno “reggente” della procura partenopea. A favore di Gratteri hanno votato il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, il Pg della Cassazione Luigi Salvato, i laici di

centro-destra, il laico di Iv Ernesto Carbone consiglieri di Magistratura Indipendente, l’indipendente Andrea Mirenda e il togato di Unicost,

Antonino Laganà. La sua nomina comunque era nell’aria anche perché, nel corso della riunione della Quinta commissione sugli incarichi direttivi, Gratteri aveva

ottenuto la maggioranza dei voti. Considerato una delle figure di spicco della lotta contro la ‘ndrangheta, Gratteri vive sotto scorta dall’aprile del 1989,

dopo che la sua prima indagine aveva provocato le dimissioni dell’assessore alla Forestazione e fatto cadere la giunta regionale calabrese.

Da sostituto procuratore a Locri, negli anni ’90, si è occupato di scottanti inchieste sui legami tra ‘ndrangheta, politica, massoneria e sul traffico di droga e armi e nel

1993 è sfuggito a tre attentati organizzati nel giro di tre settimane. Nel giugno 2005, il Ros dei Carabinieri ha scoperto nella piana di Gioia Tauro un arsenale

di armi (un chilo di plastico con detonatore, lanciarazzi, kalashnikov, bombe a mano) che sarebbe potuto servire per un attentato ai danni di Gratteri.

Nel 2009 è nominato procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria. Nel giugno 2013, il presidente del Consiglio Enrico Letta lo nomina

componente del corpo di esperti per l’elaborazione di proposte in tema di lotta alla criminalità organizzata. Nel febbraio 2014 il governo Renzi lo propone come

ministro della Giustizia, ma alla fine prevale Andrea Orlando, già ministro dell’Ambiente del governo Letta, forse a seguito di una mai smentita opposizione

del presidente Napolitano. Il 27 febbraio 2014 Rosy Bindi, in qualità di presidente della Commissione parlamentare antimafia, annuncia la nomina di

Gratteri, che accetta, a consigliere della Commissione. Nell’agosto 2014 Renzi lo nomina presidente della commissione per l’elaborazione di proposte

normative in tema di lotta alle mafie. Per la maggioranza che lo ha sostenuto è stata determinante per la prevalenza sugli altri candidati l’ampia e

profonda esperienza maturata da Gratteri nel contrasto ai fenomeni di criminalità organizzata, nella sua dimensione nazionale e

transnazionale, che con centinaia di rogatorie lo ha portato a instaurare rapporti con procure di tutto il mondo. Un impegno che ha anche portato alla catturadi circa 140 latitanti, alcuni dei quali inseriti nella lista dei 30 più pericolosi.Fonte tgcom24.