Per recarsi al lavoro, da oggi 15 febbraio, scatta l’obbligo di Super Green Pass (o Green Pass rafforzato) per gli over 50. E’ necessario essersi vaccinati o essere guariti dalla malattia.
Più precisamente: dopo la prima dose, è valido dal quindicesimo giorno dopo la somministrazione e fino alla dose successiva; dopo la seconda dose, è valido per sei mesi; dopo la dose di richiamo è illimitato.
Quindi stop ai tamponi, perché questo tipo di lasciapassare, a differenza del precedente Green Pass base, non può essere ottenuto con un tampone rapido o molecolare (ovviamente negativo).
Niente obbligo solo in caso di comprovate controindicazioni cliniche per il vaccino, “documentate e attestate dal medico di medicina generale o dal medico vaccinatore”,
come chiariscono le Faq dedicate del ministero. Quanto a chi ha contratto la malattia, “l’avvenuta immunizzazione a seguito di malattia naturale, comprovata dalla notifica effettuata dal medico curante, determina il
differimento della vaccinazione”. Chi viene trovato al lavoro senza certificato verde rafforzato, rischia – se over 50 – una multa dai 600 ai 1.500 euro.
E possono scattare sanzioni, se la mancanza si prolunga per oltre 4 giorni, fino alla sospensione dal servizio e dallo stipendio. Sanzioni anche per il datore di lavoro che non controlla: da 400 fino a mille euro.
L’obbligo scadrà il 15 giugno. Nella stessa data potrebbe essere abolito anche il Green pass base. Di qui l’appello di Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute,
dalle pagine di Repubblica: obbligo vaccinale per gli over 50 e Green Pass “per tutto questo 2022 vanno mantenuti. Siamo ancora in un anno di passaggio. Va visto cosa succederà ad ottobre per capire se il virus si ripresenterà e con quale veemenza.
Deve essere chiaro, il virus non scomparirà: una nuova malattia si è aggiunta a quelle che già conoscevamo. Ed è molto più grave dell’influenza”. E insiste: il Green Pass “serve ancora.
Insieme alla vaccinazione deve diventare uno dei due perni della nuova normalità. Se li togliamo siamo a rischio. Sarebbe la terza volta che facciamo lo stesso errore”. Spingono alcuni esponenti politici.
A partire dalla Lega che, con un emendamento al decreto sull’obbligo vaccinale, ha chiesto di eliminare la Carta Verde con lo scadere dello stato di emergenza, il 31 marzo prossimo.
Ma il mondo scientifico dissente: a partire dal sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, chirurgo, che più volte ha raccomandato di togliere le misure di cautela sì, ma con gradualità.
E a dispetto dei buoni dati sul contagio e la trasmissibilità, lo stesso ECDC ha chiarito che la pandemia non è finita e che Omicron potrebbe non essere l’ultima variante che vediamo, con la possibilità, invece, che lasci il passo ad una più pericolosa.