IL CIBO NELL’ARTE, giornata nazionale

28 Maggio 2020 - 15:54

IL CIBO NELL’ARTE, giornata nazionale

Cibarsi è una forma d’arte; dunque l’azione del mangiare, se fatta con gusto, diventa quasi uno spettacolo teatrale. L’arte del cibo, invece, intesa come studio ed approfondimento, è quella che professa lo chef e che viene alimentata ogni giorno dalla sua passione per i fornelli. Il cibo è da sempre la testimonianza di abitudini alimentari, non solo personali ma anche storiche; è quell’oggetto – non oggetto attraverso il quale è possibile ricostruire la storia della gastronomia, riflettendo sulla sua evoluzione ma anche soffermandosi sul suo legame con la tradizione. Dagli antichi sapori alle più moderne tecniche di cottura e di conservazione, la raffigurazione del cibo nell’arte parla chiaro. Non i commensali ma le vivande rappresentate, sono le vere autrici di un racconto senza filtri. L’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci, il Mangiafagioli di Annibale Carracci, a Colazione dei Canottieri di Pierre-Auguste Renoir, i Mangiatori di Patate di Van Gogh, la Campbell’s Soup di Andy Warhol, ognuno di questi dipinti, pur risalenti a diverse epoche storiche ed espressione di correnti e movimenti artistici sui generis, mostra l’incredibile forza vitale emanata dal cibo in tavola ma anche l’unione tra i partecipanti al banchetto e il rapporto intimo instaurato con la pietanza che si sta assapora. Il cibo nell’arte è un collante. Le opere di Giuseppe Arcimboldo, pittore italiano del periodo manierista, lo dimostrano in modo geniale. Frutta e ortaggi, in particolare, vengono assemblati tra loro con una spiccata naturalezza e danno vita ad un volto umano raffigurato di profilo. Le Quattro Stagioni, sono i dipinti della composizione; si tratta di ritratti bucolici, quasi burleschi ma sublimati dall’abilità di giustapporre ogni singolo pezzo, animando così il risultato finale. Le cosiddette teste composte, meglio note come le nature morte antropomorfizzate, evidenziano come il cibo nell’arte possa essere fortemente simbolico e assumere un significato allegorico, declinato in diverse accezioni da quella politica, più ampia, a quella psicologica, più ristretta, passando per quella filosofica, evidentemente intermedia. L’arte è un contenitore, il cibo è un contenuto metastorico. Il dualismo è complementare. L’esperienza è introspettiva. La percezione può essere lineare e incondizionata ma anche opposta. L’unica certezza è che se mangiare è una necessità, nutrirsi di qualità e con consapevolezza è un dovere, allora ammirare l’arte per apprezzarla e riconoscerla è soprattutto un diritto morale e per questo esclusivo.
Felicia Mercogliano
Chef: Luca Pieroni
Ph: Massimo Pisati

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