L’Ucraina ha colpito in territorio russo utilizzando dei missili a lungo raggio statunitensi. Nel millesimo giorno di conflitto, dopo il via libera concesso da Joe Biden, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha quindi autorizzato il lancio di alcuni balistici Usa nei confini della Federazione Russa.
Alcuni media ucraini vicini alle forze di difesa hanno diffuso l’informazione dell’offensiva condotta “contro un obiettivo nella regione di Bryansk, che è stato colpito con successo”. Successivamente, dal Cremlino è arrivata la conferma dell’attacco. In una nota ufficiale il Ministero della difesa russo ha dichiarato che “alle 3,25 il nemico ha colpito un sito nella regione di Bryansk con sei missili balistici Atacms” di fabbricazione americana.
Si prospetta un cambiamento delle dinamiche dell’offensiva Ucraina, ora che le forze armate possono usufruire dei missili Usa. I balistici statunitensi infatti hanno una gittata di 300 chilometri e possono facilmente raggiungere bersagli in terra russa. Concessi dagli Stati Uniti all’Ucraina già lo scorso anno a condizione di essere usati solo in difesa del territorio invaso, ora possono essere lanciati oltre il confine.
Già da qualche giorno, il Cremlino aveva spiegato tramite i propri rappresentanti che l’uso di missili occidentali non nucleari da parte dell’Ucraina avrebbe generato una risposta “ferma e appropriata”. La Russia ha ritenuto infatti necessario l’ammorbidimento delle regole relative al ricorso alle armi nucleari, ampliando la lista di criteri richiesti per una eventuale risposta. A tal proposito, Putin aveva aggiornato l’elenco includendo “un’aggressione da parte di un Paese non nucleare ma con la partecipazione di una potenza nucleare”, firmato già lo scorso settembre.
Fonte: Adnkronos; TgCom 24
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