Ismail Haniyeh, leader di Hamas, è stato ucciso a Teheran nella notte tra martedì e mercoledì con una delle sue guardie del corpo. Era andato nella capitale iraniana per assistere al giuramento del neopresidente della Repubblica Islamica, Masoud Pezeshkian. Haniyeh è stato colpito da un missile lanciato da fuori dall’Iran.
L’attentato non è stato rivendicato, ma è stato attribuito a Israele da Hamas, Hezbollah, ribelli Houti, Turchia e dallo stesso Iran.
L’esercito israeliano ha rivendicato l’attacco su una palazzina a Sud di Beirut come risposta alla strage di Majdal Shams, dove un razzo lanciato dal Libano ha ucciso 12 bambini drusi rischiando di far precipitare il conflitto con gli Hezbollah in una guerra “aperta e totale”. Netanyahu aveva promesso: “La risposta a Hezbollah sarà dura”.
L’ayatollah Ali Khamenei, Guida suprema dell’Iran, ha detto che “nostro dovere vendicare il sangue di Haniyeh” e aggiunto che “il regime sionista [termine usato per indicare Israele, ndr] affronterà una dura punizione”.