La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 8 anni di carcere per Mide Ndreu, la colf che nel novembre 2021 uccise a coltellate il pensionato Antonio Amicucci per il quale lavorava.
La Corte ha, pertanto, respinto il ricorso presentato dalla difesa dell’imputata e anche dalla procura generale che richiedevano un annullamento con un rinvio ad un nuovo appello. La richiesta era motivata dal fatto che si potesse trattare di un atto di legittima difesa.
La donna era stata condannata in primo grado a Novara a 16 anni di reclusione per omicidio volontario. Successivamente, precisamente l’anno scorso, la Corte d’Appello di Torino le aveva riconosciuto le attenuanti generiche e quella specifica della provocazione, riducendo così la pena ad 8 anni. Ed è infatti questa la sentenza finale: Mide Ndreu dovrà scontare 8 anni. Al momento la donna si trova agli arresti domiciliari.
La sentenza della Corte di Cassazione conferma la dinamica già nota. La donna, dopo aver subito un’ennesima avance sessuale da Amicucci, avrebbe perso il controllo. Impugnato un coltello, avrebbe scagliato contro il pensionato ben 13 coltellate, che, ovviamente non gli hanno lasciato scampo.
Ndreu, una volta chiamati i soccorsi, aveva subito “giustificato” la sua azione, dicendo che si trattava di una reazione scaturita da anni e anni di molestie subite. Inoltre evidenziò che si trattò di un gesto d’impeto e che la volontà non fosse quella di uccidere l’uomo.
In appello la donna è stata anche sottoposta a perizia psichiatrica, che però non ha rilevato nulla di particolare. La donna era ed è pienamente capace di intendere e di volere, e, di stare in giudizio.
Fonte: La Repubblica