“Hai visto cosa ho fatto a tuo marito e a tua figlia? Questo succede quando si strappa un figlio a suo padre.”
Con queste parole, Marco Manfrinati si sarebbe rivolto all’ex suocera, Marta Criscuolo, subito dopo aver accoltellato a morte Fabio Limido, suo ex suocero, e aver cercato di uccidere l’ex moglie, Lavinia Limido. Il drammatico episodio è avvenuto il 6 maggio 2024 in via Menotti, a Varese, e il racconto è emerso in aula grazie alla testimonianza di una persona presente, nel corso del processo a carico di Manfrinati per omicidio volontario e tentato omicidio premeditato.
Manfrinati, già condannato in passato a quattro anni e cinque mesi per stalking, non era presente all’udienza svoltasi venerdì 11 luglio davanti alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Andrea Crema. Un’udienza definita “di forte impatto emotivo” dall’avvocato di parte civile Fabio Ambrosetti.
A dare inizio alla seduta, il video registrato dalle telecamere di sorveglianza installate in zona, che ha mostrato l’omicidio in via Menotti. Si sentono le urla dei vicini: “Aiuto, chiamate la polizia! Aiutate Lavinia! Fermatelo!”, mentre le immagini mostrano Manfrinati che si scaglia contro l’ex moglie, colpendola ripetutamente al volto con un coltello mentre lei, cercando di fuggire, cade a terra.
È stato il padre di Lavinia, Fabio Limido, a intervenire per salvarle la vita, colpendo l’aggressore con una mazza da golf. A quel punto Manfrinati si è allontanato a bordo della propria auto, ha effettuato diverse manovre, urtato un muro e poi è ripartito. Poco dopo, però, è tornato in retromarcia ad alta velocità puntando direttamente verso Limido. Le telecamere non riprendono la scena successiva, ma diverse testimonianze concordano: l’uomo sarebbe sceso dalla vettura e avrebbe colpito a morte l’ex suocero con decine di coltellate.
Stando a quanto riportato da Fanpage.it, Lavinia Limido avrebbe raccontato:
“Mi aveva detto: ‘Ammazzerò te, tua madre, nostro figlio. E sai che lo faccio’. Gli ultimi due anni sono stati un inferno. Tempo fa fu trovato in macchina con un martello: aveva confessato che voleva spaccare i finestrini e sgozzarci. Abbiamo sporto diverse denunce, ma la giustizia in Italia è lenta. Quando l’ho conosciuto sembrava un bravo ragazzo, ma poi mi ha isolata, perseguitata, umiliata, picchiata. Sono dovuta fuggire. Mio padre mi ha salvata: è stato il gesto d’amore più grande che potesse fare per me.”
Fonte: Fanpage.it