È in corso a Perugia il processo per l’omicidio del piccolo Alex Juhasz, ucciso a soli 2 anni dalla madre, Katalin Erzsebet Bradacs, che è accusata di omicidio volontario aggravato. L’uomo che è stato testimone in aula è Norbert Juhaz, padre del bambino e ex compagno della donna.
Il signor Juhaz, un operaio di 46 anni originario dell’Ungheria, è giunto in Italia per assistere al processo e ha raccontato di aver tentato in ogni modo di convincere la ex compagna a riportare indietro il figlio dopo che era fuggita in Italia con il bambino.
In seguito alla decisione dei giudici ungheresi di affidare il bambino al padre, la Bradacs avrebbe premeditato l’omicidio del figlio e l’avrebbe ucciso con sette coltellate, sferrate tra torace e collo, in un rudere di Po’ Bandino.
Durante le precedenti udienze sono stati ricostruiti i movimenti della Bradacs il giorno dell’omicidio e i tentativi di occultare il cadavere del bambino. Tuttavia, durante la testimonianza dell’uomo in aula, la Bradacs sarebbe stata espulsa per le sue intemperanze. Inoltre, è stata accusata di aver ucciso un gattino lanciandolo contro un muro e ha rifiutato tutte le accuse gridando dinanzi ai giudici prima di essere accompagnata fuori dall’aula.
Il processo è ancora in corso e la Bradacs continua ad essere sottoposta ad interrogatorio. L’accusa di omicidio volontario aggravato è molto grave e, se condannata, la donna rischia una lunga pena detentiva. Nel frattempo, il padre di Alex e tutti coloro che amavano il bambino continuano a lottare per giustizia e verità.