«Me l’ha ordinato il diavolo». Uccide i fratellini, poi stringe così forte il gatto che “gli organi gli esplodono dalla pelle”

14 Settembre 2018 - 9:18

«Me l’ha ordinato il diavolo». Uccide i fratellini, poi stringe così forte il gatto che “gli organi gli esplodono dalla pelle”

«Me l’ha ordinato il diavolo». Uccide i fratellini, poi stringe così forte il gatto che “gli organi gli esplodono dalla pelle”

Un duplice omicidio che ha letteralmente sconcertato l’America quello di cui è accusato un 13enne dell’Indiana. Il giovanissimo ha riferito di essere stato “aiutato da un angelo” nell’uccidere i due fratellini di 11 e 23 mesi, soffocandoli con una coperta. Un ragazzo di 13 anni ha soffocato i suoi due fratellini con una coperta e ha strizzato un gattino così forte che i suoi organi interni sono letteralmente esplosi attraverso la sua pelle. Il sospettato, che non è stato identificato a causa della sua età, ha riferito ai poliziotti di aver avuto “l’aiuto di un angelo” per “liberare” Desiree McCartney di 23 mesi e Nathaniel Ritz di 11 mesi. La piccolina è stata trovata morta a casa della famiglia a Osgood, nello Stato Usa dell’Indiana, nel maggio 2017, mentre il corpicino di Nathaniel è stato scoperto solo tre mesi dopo. Il 13enne ha poi riferito ai parenti di aver messo “le coperte sopra la testa” dei fratellini fino a quando “non hanno smesso di fare rumore”.

La vicenda

Il ragazzino è stato interrogato dalla polizia solo che dopo che alcuni testimoni hanno raccontato della presunta tortura di un gattino lo scorso settembre, ritrovato “in una pozza di sangue e gli organi interni pendevano fuori dal corpo”. Ha affermato di aver stretto l’animale a morte dopo che lo aveva graffiato. Secondo la Fox59, il ragazzo ha detto agli investigatori di indagare sulla morte dei suoi fratelli che lui “non aveva pianificato, ma che queste cose accadono a volte”. A proposito dei suoi fratellini, secondo quanto riferito, avrebbe detto a poliziotti che “aveva avuto una conversazione con Dio su di loro, ma non poteva parlarne perché aveva promesso al Signore che non lo avrebbe detto a nessuno”. Il 13enne ha poi sostenuto di essere stato espulso da scuola dopo essere stato vittima di bullismo da parte di un altro studente.Il giovane viveva con sua madre, i suoi fratelli e il fidanzato di sua madre – il padre di Nathaniel – al tempo dei presunti omicidi. Ora si trova in un centro di detenzione minorile e presto apparirà in tribunale, accusato di due capi di omicidio. Un giudice gli ha ordinato di sottoporsi ad un perizia psichiatrica, con i pubblici ministeri che chiedono venga giudicato come un adulto. Il procuratore Ric Hertel ha riconosciuto la natura orribile delle accuse, dicendo: “Faccio questo lavoro da 19 anni, ma non ho mai visto qualcosa di così inquietante”. (Fanpage)