Tutto pronto per “Paese Mio Bello” del quartetto vocale di Lello Giulivo

13 Ottobre 2020 - 20:36

E’ tutto pronto per la presentazione di Paese Mio Bello – L’Italia che Cantava e Canta, il primo disco di Paese Mio Bello, il quartetto vocale di cui fa parte anche l’attore Lello Giulivo. Un progetto importante per il volto del boss Mariano Tregara di Un Posto al Sole, proprio come ci ha raccontato in questa intervista poco prima di un doppio concerto, previsto per venerdì 16 e sabato 17 ottobre alle 21.00 al Teatro Sannazzaro di Napoli.


Salve Lello, so che il 16 e il 17 ottobre sarà impegnato con uno spettacolo con Paese Mio Bello, il quartetto canoro di cui fa parte. In che cosa consiste?

Sì, lo spettacolo si intitola Paese Mio Bello – L’Italia che Cantava e Canta. Si tratta di un quartetto vocale – formato da me, Gianni Lamagna, Anna Spagnuolo e Patrizia Spinosi – e da due chitarre, suonate da Michele Boné e Paolo Propoli. La nostra formazione sta lavorando da due anni e mezzo a questo progetto. Il nostro primo disco verrà così presentato il 16 e il 17 ottobre. Siamo concentrati, dunque, su questa presentazione. Lo scorso anno, quando non c’erano problemi legati al lockdown, abbiamo fatto circa una quindicina di concerti. Siamo stati anche all’estero, in Germania, in Turchia con grande successo”.

So che tutti e quattro avete lavorato per diverso tempo con il maestro Roberto De Simone.

Esatto. Abbiamo fatto parte della Nuova Compagnia di Canto Popolare, di cui Gianni Lamagna è l’attuale cantante. Ci siamo incontrati, per la prima volta, tutti e quattro ben quarant’anni fa. Era in occasione dello spettacolo La festa di Piedigrotta di Raffaele Viviani per la regia di Roberto De Simone, ossia il deus ex machina della compagnia di cui parliamo. E’ la persona che tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 sfociò in quel grande successo che ebbero pure Rosa Balistreri, Otello Profazio. Tutte quelle manifestazioni di ricerca sulla musica popolare e contadina che De Simone portò a galla con grande successo con la Nuova Compagnia di Canto Popolare, che negli anni ’70 è stata nelle classifiche dei dischi più venduti. Per intenderci La rumba degli scugnizzi, Tammurriata nera… questi brani erano primi nella classifica delle hit parade. Io ho lavorato con la Nuova Compagnia per dieci anni. Oggi, a distanza di 41 anni, lavoro insieme a questi tre compagni, facendo spettacoli in giro per il mondo. La Nuova Compagnia, insieme al Piccolo Teatro di Milano, era tra le più importanti in Europa e ha portato la cultura partenopea in giro per il mondo. A distanza di tanto tempo abbiamo così dato vita a questo progetto di Paese Mio Bello”.

Entriamo più a fondo nel progetto. Di che cosa si tratta?

E’ un viaggio attraverso la musica con formazione polifonica, con musiche che vanno dal ‘700 napoletano, dall’opera buffa, dalle Villanelle, dai brani popolari, per arrivare a quelli della tradizione nostra, che va dal nord al sud. Ad esempio, facciamo La Bella La Va Al Fosso, che è un brano del nord. Nel repertorio c’è anche Acidduzzu di Rosa Balistreri. E ci sono anche molti brani napoletani, fino ai nostri originali, scritti recentemente dell’autore Gianni Lamagna, che non è solo un interprete. Qualche anno fa ha dato origine anche a un disco sui sonetti, ben diciassette, di Shakespeare tradotti in napoletano. L’ha intitolato Neapolitan Shakespeare e i brani sono stati trasformati da voce singola a quartetto vocale. Da poco abbiamo fatto il video di Vièneme ‘nzuonno, brano degli anni ’60 celebre per l’interpretazione di Sergio Bruni”.

Il disco è quindi il consolidamento di questo percorso che avete fatto.

Sì, il consolidamento di questo percorso che dura da due anni e mezzo, che avremo l’occasione di presentare al Teatro Sannazzaro il 16 e il 17 ottobre. Nella prima data ospiteremo anche le SesèMama, un quartetto vocale femminile, interpreti eccezionali che hanno lo stesso produttore, ovvero la SoundsFly di Bruno Savino. Sono nostre care amiche e ci accompagneranno in un paio di brani. Diventeremo sette voci che cantano. Una cosa molto bella, abbastanza elaborata. C’è un nostro video de La Rumba degli Scugnizzi che il comune di Castellamare di Stabia ha usato come mezzo di diffusione perché si propone come città della cultura per il 2021. La città in cui è nato anche l’autore del brano, Viviani. Hanno così preso questa interpretazione per pubblicizzare la loro proposta. Ci ha fatto molto piacere. Speriamo dunque di portare in giro la nostra musica, al termine di questa bolla del Covid 19 che sta lasciando sospesi un po’ tutti gli artisti. Lo Stato per la nostra categoria non è riuscito a creare una valvola di sfogo, per cui è in crisi tutto il settore con un esiguo contributo bonus. Chiudere di nuovo sarebbe una morte totale”.

C’è grande entusiasmo per la presentazione del disco?

“Ovviamente, e lo presenteremo con tutto il nostro senso civico e di appartenenza culturale al territorio e internazionale. Una parte del concerto è dedicata anche ai nostri viaggi in giro per il mondo: ad esempio, c’è un omaggio all’Inghilterra attraverso i brani dei Beatles, ci sono dei brani riferiti al Messico, al Sud America, all’Argentina, alla Germania. C’è un richiamo all’internazionalità che ci ha sempre contraddistinto, essendo noi portatori della cultura italiana all’estero. Il nostro concerto non è solo musica italiana o napoletana, ma anche estera. Sicuramente non è monotono ed il pubblico ogni volta ci accetta e ci mostra il suo naturale entusiasmo. Ci auguriamo dunque che il disco possa diventare un tormentone: più gente ci ascolta e più ci fa piacere. Sarà in vendita sia sul web, con i vari brani, sia fisicamente, anche al Teatro Sannazzaro per la ripartenza della cultura. Il Teatro Sannazzaro è un piccolo gioiellino che va sostenuto, dove recitava Luisa Conte e tutti gli artisti di tradizione popolare”.

Le faccio un’altra domanda. So che è impegnato anche con le prove di Adagio Napoletano. E’ corretto?

“Si, debutta il 30 ottobre al Teatro Trianon Viviani di Napoli. Va avanti per tre giorni perché diventa la Compagnia Stabile della Canzone Napoletana. Anche quello è storico, è il cosiddetto teatro del popolo. Faremo questo spettacolo sul repertorio della canzone classica napoletana. 30 anni fa, tra i protagonisti, c’era Maria Laurito. Qualcuno dei vecchi attori storici, come me, è rimasto. Stiamo provando con le mascherine, a distanza persino con il maestro che suona. Abbiamo un’orchestra ridotta, oltre che gli interpreti e i ballerini. Nelle intenzioni c’è quello di portare avanti lo spettacolo per 3 e 4 giorni al mese. A novembre verrà replicato il 6,7 e 8 novembre. IL 13 dicembre debutterò invece, vicino a Triste, con Belle Epoque, dove ho al mio fianco Margherita Di Rauso. Dovrò quindi alternarmi tra i due spettacoli per un periodo”.

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