In Nepal, tra le vette della regione himalayana, c’è stata violenta tempesta di neve e una valanga che ha travolto e ucciso complessivamente nove persone di cui cinque italiani. Tutte le vittime erano
impegnate in differenti scalate nel massiccio asiatico. Le autorità locali hanno confermato, tra gli altri, il decesso di Alessandro Caputo e Stefano Farronato, che stavano tentando di scalare il Monte
Panbari (6.887 metri). I due sono stati sorpresi da una tormenta di neve. Gli altri tre sono invece stati travolti da una valanga: Paolo Cocco, Marco Di Marcello e Markus Kirchler. Il gruppo travolto da una valanga
nella giornata di lunedì era composto di 12 persone. Erano al campo base del picco Yalung Ri, a 5.630 metri, nel Nepal centrale. Sette le persone morte nel disastro: oltre agli italiani, due nepalesi, un tedesco e un
francese, secondo quanto ha riferito all’Afp Phurba Tenjing Sherpa, che fa capo a Dreamers Destination, organizzatore della spedizione. Lo sherpa ha affermato di aver “visto tutti e sette i corpi”. I superstiti
dell’incidente sono stati tratti in salvo e trasportati in elicottero nella capitale Kathmandu martedì mattina, ha spiegato l’alto ufficiale di polizia Gyan Kumar Mahato, del distretto di Dolakha.
Tra quelli soccorsi ci sono due alpinisti francesi e due nepalesi. E’ sopravvissuto invece Valter Perlino, l’alpinista di Pinerolo (Torino), capospedizione dello stesso gruppo di Caputo e Farronato. Perlino era rimasto al
campo base per un problema al piede, mentre gli altri due erano saliti più in quota.”La valanga ha colpito intorno alle 9 del mattino, ma il soccorso è stato autorizzato quasi otto ore dopo”, ha spiegato
Pasang Kidar, guida dell’International federation of mountain guides associations e vicepresidente del Rolwaling Everest summiteers club. Anche i funzionari locali hanno espresso tutta la loro frustrazione
affermando che, nonostante le ripetute richieste, “le regole delle zone soggette a restrizioni hanno gravemente ostacolato una risposta tempestiva”. Alla luce dell’incidente, le associazioni alpinistiche
hanno chiesto riforme immediate. Il presidente della Nepal mountaineering association, Phur Gyalje, ha sottolineato che “procedure di soccorso rapide sono essenziali durante le emergenze in montagna” e ha aggiunto che l’associazione “si coordinerà con le autorità per garantire che tali ritardi burocratici non si ripetano”. Fonte Tgcom24.